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Popolare Sant’Angelo, domenica si decide il futuro

Verso l'aggregazione con Banca Agricola Popolare di Ragusa

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/24-05-2024/popolare-sant-angelo-domenica-si-decide-il-futuro-500.jpg Popolare Sant’Angelo, domenica si decide il futuro


Licata, Agrigento - Ore decisive per la Sant’Angelo. La banca popolare nata 104 anni fa, 180 dipendenti, 7.700 soci e 44mila clienti, sta vivendo mesi convulsi che questa domenica vedranno la storia arrivare ad un bivio. L’Assemblea Ordinaria convocata a Licata per il 26 maggio alle 9.30 è infatti chiamata ad approvare il bilancio 2023 e, contestualmente, a rinnovare l’attuale management: due passaggi propedeutici all’aggregazione con l’altra banca siciliana autonoma e indipendente – la Banca Agricola Popolare di Ragusa – sarebbe a rischio. In caso negativo, invece, sarebbe un salto nel buio.

Andiamo con ordine. Nel secondo semestre dello scorso anno la Banca d’Italia ha avviato una serie di verifiche in base alle quali, dal febbraio 2024, la Popolare Sant’Angelo ha avviato la ricerca di un partner bancario così da rafforzare l’istituto e, possibilmente, anche il sistema bancario siciliano a tutela dell’economia locale, in particolare delle piccole e medie imprese. Da Ragusa è arrivata l’offerta vincolante, che ha ricevuto l’ok proprio dalla Banca d’Italia, ma ci sono state le manifestazioni di interesse formali anche della Popolare di Sondrio e dell’ex Popolare di Bari, più molti altri nomi circolati nei rumors (la Popolare di Puglia e Basilicata, la Banca del Fucino, Banca Irfis).

A guardare i bilanci, è abbastanza intuitivo. Perché è vero che nel 2023 e soprattutto nel 2022 ci sono state operazioni straordinarie che hanno creato difficoltà (svalutazioni crediti deteriorati, maggiori costi del personale per il rinnovo del CCNL con effetto retroattivo), ma i fondamentali sembrano solidi. Nell’ultimo anno la raccolta ha raggiunto i 1.300 milioni (quasi +3% sull’anno precedente), la liquidità sembra non mancare (gli indicatori sono ben oltre quelli richiesti dalla normativa) e, soprattutto lo stock di crediti deteriorati dal 2016 ad oggi si è ridotto da 220,8 ai 44,4 milioni.

Questo privilegiare la solidità ha ovviamente messo in secondo piano i profitti. Motivo per il quale l’attuale management viene criticato da una fronda di soci che per l’Assemblea ha presentato una lista alternativa. Il Cda uscente ha fatto sapere che, in vista della fusione con la Popolare di Ragusa, non è stato avviato il processo di redazione del nuovo piano industriale 2024-2026. Allo stesso modo, sarebbe inutile o forse controproducente cambiare i vertici. Sono gli attuali, infatti, che hanno avviato il percorso di aggregazione e che conoscono il dossier. L’altra lista invece, oltre a poter essere soggetta a verifica da parte della Vigilanza di Banca d’Italia, avrebbe bisogno sia del tempo naturale per entrare in carica, sia del tempo speciale per studiare il dossier. Il problema è che il tempo stringe. La data ultima per la formalizzazione dell’accordo tra Sant’Angelo e i Ragusa è fine mese. Vediamo che succederà domenica. Se il bilancio venisse approvato e il Cda confermato, le due banche comincerebbero a lavorare concretamente alla nascita di un nuovo soggetto bancario regionale. Altrimenti si entrerebbe in territori sconosciuti.


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