Raffadali, Ag - Sono immagini drammatiche quelle consegnate dai carabinieri alla procura: la telecamera di un negozio ha ripreso Gaetano Rampello mentre spara al figlio, di spalle, mentre lui si sta allontanando. Il gip di Agrigento Micaela Raimondo ha convalidato il fermo in carcere del poliziotto, che martedì ha ucciso Vincenzo Gabriele con 14 colpi. "Ci sono elementi – scrive il giudice - che consentono di escludere che l’uomo abbia agito d’impeto, colto dall’ira nel corso dell’ennesima violenta discussione avuta con il figlio affetto da disturbi psichiatrici", come invece sostiene il 57enne.
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"In particolare - si legge nell'ordinanza - depongono nel senso della fermezza della risoluzione criminosa, concretizzatasi nell'ideazione del piano e nell’apprestamento dei mezzi, le seguenti circostanza: l’arma, contrariamente a quanto riferito da Rampello, era già pronta all’uso non emergendo, dalla visione delle immagini estrapolate dal sistema di videosorveglianza, i movimenti tipici della messa del colpo in canna”.
Inoltre “l’uomo, nonostante le minacce che il figlio gli aveva rivolto nel corso della notte e nonostante le diverse riferite aggressioni subite, ha optato per una consegna diretta del denaro anziché fare una ricarica. Non risulta che il figlio abbia avuto contegni violenti tali da fargli concretamente e seriamente temere per la propria incolumità nel momento in cui si risolveva a sparargli colpendolo alle spalle mentre il figlio si allontanava”.
Infine Rampello “già al momento dell’incontro calzava un cappuccio, accorgimento idoneo a nascondere il volto”. Il magistrato, insomma non crede al “corto circuito” momentaneo nella testa del reo confesso, dovuto a una goccia – gli insulti e addirittura le percosse del figlio - che ha fatto traboccare il vaso dell’esasperazione. Omicidio premeditato, dunque, il capo d’imputazione: cioè studiato a tavolino e "c'è il concreto pericolo che l'indagato, ove rimesso in libertà, commetta reati della stessa indole".
Il testo conclude sottolineando la "brutalità e fermezza del gesto compiuto" da parte del padre, che "ha continuato a sparare anche quando la vittima era ormai a terra ed indifesa". Il colpo finale è una vecchia perizia psichiatrica, in cui Gabriele "riferiva della personalità violenta del padre - scrive pure il gip - : in tenera età, l'uomo aveva posto condotte maltrattanti nei confronti suoi e della madre”, da cui è separato.