Brescello - Zucchero è un sognatore e, da quando se lo può permettere, adora presentare i suoi dischi in una cornice sentimentale vicina al senso delle nuove canzoni. Il primo ad avvantaggiarsi di questo lancio "scenografico" fu Oro, incenso e birra, presentato tra i pini della Versiliana, a Marina di Pietrasanta. Poi arrivarono Miserere, in un palazzo bolognese trasformato in monastero con tanto di incensi, rosari e sai, Spirito DiVino in un ristorante del bergamasco, BlueSugar nella campagna di Gattatico Sant'Ilario D'Enza, Shake in un'aia di Canaro, vicino Rovigo, Fly a Venezia nel cortile di Palazzo Vendramin, sul Canal Grande. Stavolta il lancio di Chocabeck, da domani nei negozi, il soulman di Roncocesi ha scelto Brescello nella Bassa reggiana per scivolare tra le memorie di Guareschi e di un'Italia che non c'è più.
«In dialetto "chocabeck" significa far schioccare il becco - confida Adelmo - me lo diceva sempre mio padre, quando mi lamentavo che avevo fame, per farmi capire che da mangiare non ce n'era. Ma erano bei tempi, con più serenità, più libertà, più voglia di vivere di quelli attuali. Una stagione con quel "soffio caldo", tanto per citare il titolo di una canzone dell'album scritta assieme a Francesco Guccini, di cui ci rimane solo la memoria».
Chocabeck è pure il titolo dell'ottavo brano in scaletta e ha un testo che fa "Noi faremo l'amore, tre nel cielo e due nel sole! Noi faremo l'amore, dentro il mare e dentro il pane…". Tutto nelle corde di una discografia quasi trentennale, così come i titoli delle altre canzoni che prendono vita una dall'altra come in un concept album degli anni Settanta per raccontare quel piccolo mondo antico che il soulman di Roncocesi si porta dentro da sempre.
«Non mi dispiacerebbe definire questo nuovo lavoro un album-concept» spiega Zucchero, che sabato prossimo presenterà il nuovo cd davanti alle telecamere di Che tempo che fa. «Anche se viviamo in tempi di playlist, ma io penso ancora ad album con una sua idea e una sua omogeneità, in cui una canzone discende dall'altra; ecco perché mi piace pensare a Chocabeck come la storia di un paese della Bassa reggiana raccontata dalla mattina alla sera».
Album innovativo, nato dal desiderio di sorprendere. «L'ho inciso quasi tutto senza basso né batteria, perché mi sembrava che finissero per limitare la libertà delle canzoni dandogli un'impronta ritmica troppo definita - ammette - Meglio puntare sui bassi di organo e piano a coda, sul tempo di grancassa, sui fiati di corni inglesi e fagotti. D'altronde se a 55 anni non trovo il coraggio di sperimentare, quando lo faccio?».
C'è da attendersi sorprese, dunque, dal tour, che debutta l'8 maggio all'Hallenstadion di Zurigo per sbarcare in Italia il 6 giugno per cinque repliche all'Arena di Verona. Il resto seguirà in autunno con probabile coda nei palasport.
E Zucchero scrisse canzoni con Guccini
Tra Guccini e Bono alla ricerca del suono della domenica e di un'Italia che non c'è più
di Redazione
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