Cronaca Scicli

Il secondo caso di esorcismo, in 2 settimane, a Scicli

Ad opera di Don Tonino Lorefice

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Scicli - Un giovane urla. Sembra disperato. Al quartiere Jungi, a Scicli, si teme il peggio. Le grida provengono da un edificio abitato. Qualcuno avvisa i carabinieri. Non si stava, però, consumando alcun reato, non stava accadendo nulla di illecito, seppure certamente era qualcosa di inusuale.
Un prete autorizzato dalla Curia vescovile di Noto stava eseguendo un esorcismo su un giovane studente sciclitano che sarebbe posseduto dal Maligno. Da qui le urla del ragazzo, descritte dai testimoni come non difformi da quanto si vede nei film che trattano l’argomento.
Malgrado episodi del genere non siano certamente frequenti, Scicli sembra fare un’eccezione. Già. Perché questo è il secondo caso nel breve volgere di poco tempo. Una quindicina di giorni addietro, infatti, un altro esorcismo ha scosso la bella città dell’Unesco.
E anche in quel caso l’intervento del sacerdote autorizzato sulla persona “indemoniata” è avvenuto in pieno centro cittadino. Quel giorno, addirittura, furono dei turisti e alcuni residenti, allarmati dalle urla provenienti dall’interno della centralissima chiesa di San Michele Arcangelo, a due passi dal Municipio, a telefonare ai militari dell’Arma in quanto spaventati dalle grida e supponendo che qualcuno stesse torturando una donna. Prima la si sentiva urlare, poi piangere, poi pare si sentisse una voce alquanto strana.
I carabinieri, giunti sul posto poco dopo la segnalazione, si ritrovarono dinanzi una scena che non si aspettavano. C’era il prete che stava pronunciando le formule previste dalla Chiesa nel rito dell’esorcismo per scacciare la (presunta) presenza malefica da una sciclitana di 37 anni che si dimenava gridando. Rito sospeso e rimandato a momento migliore e forse anche a un luogo meno centrale e frequentato.
Strano, di certo, il verificarsi di due episodi nella stessa città e a distanza ravvicinata nel tempo. Tanto più che la Chiesa interviene in casi che ritiene “fondati”, dove, cioè, non suppone esistano dubbi sulla presenza del Diavolo. Laddove ci sia il dubbio che una persona possa essere affetta da malattia mentale, la Chiesa di norma non interviene. È questo il suo modo di operare. E noi lo precisiamo a prescindere dal fatto se crediamo reali o meno questi episodi di possessione malefica (non sta a noi giudicare).
Sono due i preti autorizzati a compiere il rito dell’esorcismo, delegati dal vescovo della Diocesi di Noto, monsignor Antonio Staglianò. Si tratta di don Paolo Gradanti, parroco della Chiesa Madre San Bartolomeo di Ispica e della Chiesa di San Giuseppe sempre a Ispica, e di don Tonino Lorefice, di Scicli. La Diocesi netina ha affidato a loro questo importante ministero.


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