Attualità Ispica

Allo Spacca Fest Io sto con la sposa

Un matrimonio per eludere i controlli

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/06-08-2017/spacca-fest-sposa-500.jpg Io sto con la sposa


Ispica - Spacca doc_fest 2017, secondo appuntamento: con “Io sto con la sposa” la rassegna ispicese del documentario propone un viaggio in Europa tra storie drammatiche di clandestinità, solidarietà che disattendono le leggi, e deprecabili contraddizioni politiche.
Lo scorso giovedì, 3 agosto, si è svolto il secondo appuntamento della rassegna ispicese dedicata alla forma narrativa del documentario.

Alla proiezione di “Io sto con la sposa”ha fatto seguito, anche questa volta, la notevole partecipazione di un pubblico maturo e attento, che risponde positivamente alla condivisione di spazi di riflessione impegnativi e di scottante attualità. Attraverso la regia di Antonino Augugliaro, Khaled Soliman Al Nassiry e Gabriele Del Grande, giornalista ben noto nel panorama internazionale per le vicende che l’hanno coinvolto lo scorso aprile e per l’impegno da sempre profuso nelle inchieste a favore dei diritti dei migranti, siamo salpati a bordo del loro viaggio che, partendo da Milano e giungendo fino a Stoccolma, si è compiuto a favore di un gruppo di siriani e palestinesi in fuga dalla guerra in corso nei loro paesi d’origine, contravvenendo a leggi ingiuste che li priverebbero del diritto a spostarsi liberamente per costruirsi un futuro sereno altrove. Inscenando un matrimonio per eludere i controlli e supportati dalla complicità di amici e attivisti che si sono prestati a indossare il costume da sposa o a fingersi corteo nuziale, hanno documentato un’impresa fatta di solidarietà e altruismo, in cui l’impegno umanitario è ben più importante del rispetto delle regole di uno Stato per il quale l’aiuto ai clandestini continua ad essere un reato; a monito del fatto che nella vita arriva sempre il momento di “scegliere da che parte stare”, così come si legge nella dedica introduttiva, e con l’invito a farlo partendo sempre dalle storie vere e autentiche di chi è meno fortunato.
Passando per l’Europa tra autostrade e confini, abbiamo tenuto il fiato sospeso insieme ai protagonisti e ascoltato le loro storie fatte di tragedie consumate, tragedie scampate e tanta gioia di vivere, perchè “dove c’è tanta morte, c’è tanta vita”, così come dice “la sposa” della pellicola e così come è stato sottolineato anche da Marta Bellingreri (facente parte del corteo) che, presente in collegamento telefonico alla kermesse, ad inizio serata ha invitato il pubblico a cogliere anche gli elementi gioiosi della narrazione, nella quale si evince tutto il dramma e la dignità di un popolo pronto ad asciugarsi le lacrime e a ridere ancora, sfidando il proprio destino e facendosi beffa del sistema per assicurare un avvenire migliore alle persone che amano.

Un documentario che è un elogio alla Vita e alla solidarietà, ad un’umanità che è in grado di abbattere frontiere per un mondo di pari libertà sotto “un cielo che è di tutti”, ma che allo stesso tempo non manca di riportare la pesante accusa nei confronti di un quadro politico in cui 17 Stati hanno dichiarato propagandisticamente ospitalità e accoglienza ai rifugiati di guerra per poi non garantirla fattivamente nella realtà, emanando leggi contraddittorie che costringono migliaia e migliaia di migranti a rischiare la vita nelle “barche di morte” in cui vanificano i risparmi di un’intera esistenza per poi approdare, nel migliore dei casi, presso le coste di un Paese in cui rimarranno apolidi senza possibilità di ritorno, prigionieri di un immobilismo forzato o nuovamente vittime di altri speculatori. Tanti gli spunti di riflessione suggeriti e dibattuti, anche grazie all’intervento di Katia Amore di Migration Island, le cui parole hanno forse scosso coscienze, ricordando alla comunità delle tante storie umane simili esistenti a pochi chilometri dalle nostre tranquille abitazioni, storie che come quelle raccontate durante la proiezione, chiedono di essere ascoltate e supportate, storie di chi prima ancora di essere un immigrato, un clandestino, è un essere umano.


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