Roma - Dopo lo sciopero degli autotrasportatori, ora i pescatori italiani incrociano le braccia per una settimana contro il caro gasolio. La protesta, partita ieri, si annuncia dura ma il governo tenta il tutto per tutto per disinnescare la miccia che potrebbe portare ad una nuova paralisi di questo importante settore dell'agroalimentare e che farà mancare il pesce fresco sui banchi di mercati e supermercati. Il sottosegretario al Mipaaf, con delega alla pesca Francesco Battistoni ha deciso infatti di incontrare già oggi le associazioni più rappresentative delle marinerie, anticipando un incontro che si sarebbe dovuto tenere giovedì prossimo il 10 marzo.
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Alla prima giornata hanno aderito l'80% delle marinerie, secondo quanto riferiscono gli operatori del settore. In particolare sono i pescherecci che svolgono la pesca a strascico a essere maggiormente penalizzati dall'aumento dei prezzi proprio perché hanno consumi maggiori rispetto ad altre imbarcazioni, ma il problema riguarda tutti i pescherecci italiani dal Tirreno al Mediterraneo.
"Un motopeschereccio medio di 20 metri brucia 4.000 litri di gasolio a settimana e con il prezzo arrivato a 1 euro sono 4.000 euro di gasolio a settimana, 16 mila euro al mese con prezzi pagati ai pescatori troppo bassi - afferma un pescatore -, se il governo non ci sostiene questa attività produttiva si ferma". "Il gasolio ha raggiunto livelli insostenibili - ribadisce Gilberto Ferrari, direttore pesca di Confcooperative -, al punto che un peschereccio se esce in mare non riesce a guadagnare perché i ricavi coprono a malapena i costi". Esattamente come per i camionisti. Diretta conseguenza sarà la possibilità di mancanza di pesce fresco italiano nei prossimi giorni, dal pesce azzurro (alice, sardine, sgombri) al pesce bianco come merluzzo, triglie, scampi, sogliola, specie se la serrata si prolungasse.
I lavoratori protestano anche contro il recente decreto del Mipaaf, che ha ulteriormente limitato le giornate di pesca. Il prezzo del gasolio, per Coldiretti Impresapesca, è raddoppiato (+90%) rispetto allo scorso anno e si teme che costringendo i pescherecci italiani a tagliare le uscite questo favorisca anche le importazioni di pesce straniero: per questo il comparto ittico chiederà al governo di "intervenire con misure che sostengano l'economia della pesca attraverso uno strumento di emergenza, magari con una norma nel Sostegni Ter".