Ragusa - Tutte le regioni italiane sono al giro di boa della quarta ondata Covid, tranne la Sicilia: l'unica in cui la curva dei contagi non dà segni di essere arrivata al picco. Nel bollettino di lunedì l’Isola, con oltre 1100 nuovi positivi, ha doppiato l’Emilia Romagna, seconda in classificata con 558 casi. Doppio anche il tasso di positività, al 9% contro il 4 di media nazionale. Dei 44 morti registrati in tutto il Paese quasi la metà, 20, sono siciliani. Qui però l’assessorato alla Salute, che notoriamente non ha un buon rapporto con i numeri, comunica che la maggior parte, 13, sono morti “recuperati” dai giorni precedenti. Dobbiamo credergli? Il mistero di come abbiano fatto a perderseli per strada rappresenta un altro “unicum” in questa regione ormai sui generis.
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Ad ogni modo spostando gli addendi, il totale non cambia: lo scenario complessivo resta critico e i 55 comuni da oggi in giallo (nel ragusano sono Acate, Chiaramonte Gulfi, Comiso, Ispica e Vittoria) sembrano destinati a raddoppiare a breve. In concreto, però, non cambia nulla. L’unica restrizione è il ritorno della mascherina all’aperto: gli assembramenti erano vietati anche col bianco e si continuerà ad accedere al chiuso col green pass o col tampone negativo nelle 48 ore. Visti i pochi controlli, non dobbiamo attenderci grossi risultati sul fronte del contenimento dell’infezione.
Hanno più senso allora le zone arancioni – al momento due, Barrafranca nell’ennese e Niscemi nel nisseno – dove la chiusura di attività ristorative, ricreative e sportive, il coprifuoco e il divieto di lasciare il comune (queste ultime due misure solo per chi non possiede il certificato verde) sicuramente promettono un’efficacia maggiore nel raggiungere l’obiettivo. Anche perché, continuando così, tutta la regione potrebbe finire in giallo già tra una settimana: la scorsa settimana i positivi sono aumentati del 33% rispetto alla precedente, quando erano già cresciuti del 34, e la campagna vaccinale ad agosto ha subito un tracollo. Anche sulle somministrazioni c’è un balletto di numeri tra Palazzo d’Orleans e governo nazionale.
Secondo quest’ultimo la Sicilia è fanalino di coda in Italia in quasi tutti i target vaccinali: il 20% di tutti gli over 50 e il 43% del personale scolastico non ha ancora ricevuto una dose e non c’è da sperare che si decidano ora se neanche le limitazioni alle libertà e la sospensione dal lavoro li hanno convinti. L’obbligatorietà del siero, per non ricominciare tutto daccapo in autunno, appare ormai come una necessità, soprattutto quando ci sarà l’ok alla terza dose. Ricoveri ordinari e incidenza ogni 100mila abitanti hanno ormai sfondato le rispettive soglie: il bianco continua ad essere appeso a quell’1% di scarto dal limite di occupazione delle rianimazioni, ancora fisso al 9%. Ma Ruggero Razza, stavolta, non potrà attivare altri posti letto: ormai ha raggiunto il massimo.