Attualità Scicli

E' morto Andrea Franchetti, l'uomo del vino viveva a Scicli

E' scomparso nella notte a Roma dopo una lunga malattia: venti anni fa sbarcò sull'Etna piantando Chardonnay in alta quota



Scicli - E' morto a Roma, a 72 anni, Andrea Franchetti, l'uomo del vino che ha costruito una villa pompeiana tra Scicli e Sampieri. Stanotte, 6 dicembre, Franchetti si è spento nella città che gli ha dato i natali, Roma, circondato dall’affetto dei suoi cari, dopo una lunga malattia.

Figlio di madre americana e padre italiano, cresciuto a Roma in un ambiente frequentato da artisti, l'avventura nel mondo nel vino di Andrea Franchetti inizia negli anni '80 quando comincia a restaurare le rovine di un’antica casa fortificata di campagna nel comune di Sarteano (Siena).

Decide di produrre vini, ma essendo a digiuno di tecniche agronomiche, parte per Bordeaux, in Francia, dove apprende l'importanza del terroir. A Trinoro scopre di avere terreni argillo-calcarei e ghiaiosi molto simili a quelli della zona bordolese del St. Emilion. Da qui la scelta di piantare vigne nello stile del Bordeaux.

Venti anni fa sbarcò sull'Etna piantando Chardonnay in alta quota: "La mia follia", chiamò la sua impresa.  Pioniere delle vigne e delle coltivazioni estreme, precursore di mode e tendenze, Andrea Franchetti è stato un simpatizzante della Francia, con una lunga esperienza in America, dove ha fatto conoscere i grandi rossi toscani. Ha studiato enologia sul campo a Bordeaux da cui ha preso in prestito il suo taglio bordolese in Val d’Orcia nella sua azienda, la Tenuta di Trinoro. Quindi è sbarcato sull’Etna, segnando la fortuna del Nerello Mascalese e azzardando la coltivazione di Chardonnay a 1000 metri già in tempi non sospetti.

Iniziò come agente di commercio nel mondo del vino, studiò come enologo, agronomo e poimanager. Tutto nella stessa vita. «Ero un ragazzo quando decisi di andare a vendere vino in America, dopo aver fondato una società ad hoc. All’epoca, negli anni Settanta, negli Usa bevevano solo i francesi (non c’era ancora Antinori, che poi arrivò nell’80). Ma io avevo un obiettivo ben chiaro: trasmettere agli americani il concetto che anche il vino italiano era costoso e figo come quello d’oltralpe. Da proporre avevo una vasta gamma di grandi vini italiani del tempo: un Brunello, che prendevo ad Argiano da un produttore che lo imbottigliava per conto suo, varie bottiglie dei marchesi Di Grésy e così via»,  raccontò in una intervista pubblicata sul quotidiano Il Tirreno.

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Dopo sei anni tornò nella sua Roma, dove era nato, per poi rifugiarsi in Val D’Orcia a caccia di tranquillità. Nasce così Tenuta di Trinoro, da un vecchio casolare ristrutturato che diventa la base dove Franchetti studia, sperimenta, sogna per oltre 20 anni, e che diventa un’azienda vitivinicola a tutti gli effetti a partire dal 1997, terroir ideale dove coltivare uve di taglio bordolese, Cabernet Franc, Merlot, Petit Verdot e Cabernet Sauvigno. Non a caso uno dei suoi maestri è stato il danese Peter Vinding-Diers, vignaiolo con esperienza internazionale dalla Francia al Sudafrica alla Sicilia.

Venti anni fa, un altro colpo di fulmine, stavolta a sud: è il 2000 quando sbarca in Sicilia, e l’anno successivo concretizza il progetto Passopisciaro: «È stata una specie di follia. Sono andato sull’Etna e ho trovato un posto fresco e metafisico: sulle alture più vertiginose ho piantato Chardonnay».

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E Andrea Franchetti ama il vulcano ed è l'inventore de “Le Contrade dell’Etna”. La manifestazione ha avuto il merito di aver contribuito a fare del territorio Etna quello che oggi è: una delle aree vitivinicole più affascinati ed interessanti del panorama nazionale, e non solo. E poi l'amore per Scicli, dove ha costruito una villa in stile antico romano, tra Scicli e Sampieri, dove avrebbe voluto trascorrere la vecchiaia. 


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