Cosenza - «Una infinita voglia di aver un figlio». Sono state le prime parole pronunciate da Aqua Moses, 43enne di origini senegalesi, e da Rosa Vespa, 51 anni, di Castrolibero (Cosenza), autori ieri del rapimento della piccola Sofia di appena un giorno di vita all’interno della clinica Sacro Cuore di Cosenza. La coppia arrestata in flagranza dopo tre ore dal sequestro, aveva programmato nei particolari il rapimento.
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Anche la festa con i parenti, nella loro casa di Castrolibero, dove sono stati arrestati. Quando sono intervenuti gli uomini della squadra mobile di Cosenza Rosa Vespa teneva ancora in braccio la piccola Sofia ed era felice di mostrarla ai parenti. Tutti, in casa della coppia, sapevano di una gravidanza di Rosa che lei, pur sapendo di non poter avere figli, ha simulato per nove mesi sino allo scorso 8 gennaio quando, sul suo profilo social, annunciava: «Dopo tanta attesa il nostro miracolo è arrivato! Alle ore 20,00 di oggi è nato Ansel. Mamma e papà ti amano!».
Per dare credito alla falsa maternità, che a quel punto non poteva più nascondere, la coppia nei giorni seguenti ha cercato di capire come rapire la neonata. Rosa Vespa e Aqua Moses avrebbero per giorni tenuto d’occhio le cliniche e gli ospedali e fatto appostamenti per conoscere le partorienti e sapere quando avrebbero dato alla luce i loro figli. Lo scorso 31 dicembre la donna aveva postato sempre sul suo profilo questa riflessione: «Io non voglio un anno pieno di cose strabilianti e fantastiche. Voglio un anno finalmente sereno. Fatto di cose piccole, semplici e concrete. Voglio un anno come quello dei vecchi tempi, dove alzarsi al mattino non era come se dovessimo affrontare un’altra guerra, ma una nuova giornata. Voglio un anno con più pace, meno dolore e arrabbiature e ricco di salute. Un anno più sereno e vero».
La scelta è ricaduta su Sofia, appena un giorno di vita. Rosa e Moses negli ultimi giorni avevano individuato quella coppia a cui sottrarre la figlioletta. Il loro desiderio di essere genitori era immenso. Rosa, comunque, voleva dimostrare che non riuscire adessere madre non era un sentirsi inferiore. E a questo proposito aveva postato una frase di Oriana Fallaci: «Non sentirti mai inferiore a chi si sente superiore a te. Anche la pioggia viene dall’alto, ma finisce per cadere sempre ai nostri piedi». Rifletteva sempre, Rosa, su come fosse la sua vita senza un figlio. E, forse, alludeva al fatto che la gente, i parenti gli amici le chiedevano perché mai non si decidesse ad averne uno, tanto che scriveva: «Fb mi dice a che cosa sto pensando? Sto pensando che la prima volta forse non avevano capito, la seconda volta nemmeno, ora la terza ancora, lavandomi le mani come Ponzio Pilato. Allora aveva ragione Giulio Andreotti: ”A pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina”».
E ancora: «Voi fate sogni ambiziosi, successo, fama, ma queste cose costano, ed è qui che cominciate a pagarle… Ci sono zerbini che si atteggiano da tappeti rossi».
La scelta di rapire una neonata per dimostrare che anche loro erano in grado di procreare non ha però funzionato come loro avrebbero voluto. Le telecamere di sorveglianza di alcuni esercizi commerciali che si trovano nei pressi del Sacro Cuore, li avevano immortalati i giorni scorsi mentre acquistavano dolci da portare alle partorienti. Doni che servivano per camuffare il loro ingresso nella clinica facendoli apparire come normali parenti. Una coppia apparentemente felice, la loro. Rosa era follemente innamorata di Moses. «Quando sono triste, voglio mio marito. Se sono ansiosa ho bisogno di lui accanto a me. Se sono stressata lui è la mia calma. Se sto male è lui che si prende cura di me. Quando c’è qualcosa da festeggiare è il mio numero 1. Quando sono felice è grazie a lui. E’ il mio migliore amico, la mia cura e la mia casa», scriveva su Facebook.
E forse per far felice suo marito, Rosa potrebbe avergli proposto l’idea di rapire una neonata e farla passare come figlia loro. Una visita fatta qualche giorno prima al Sacro Cuore ha fatto ricadere la scelta sulla piccola Sofia, che Valeria Chiappetta, casalinga di 24 anni già madre di un bimbo, aveva dato alla luce lunedì. La coppia è arrivata al Sacro Cuore con una Giulietta. Aqua Moses è rimasto in attesa nella reception della struttura. Rosa è salita al reparto di ginecologia con il volto in parte coperto da una mascherina. Si è diretta nella stanza dove era ricoverata Valeria Chiappetta. Sofia era in braccio alla nonna. Rosa Vespa, spacciandosi come un’infermiera, ha detto di dover portare la neonata in pediatria. Una scusa che non ha insospettito madre e nonna della bimba. Poi la fuga in auto verso Castrolibero, dove la festa per la maternità di Rosa stava per iniziare. E, siccome la coppia aveva annunciato la nascita di un maschietto, bisognava cambiare il vestitino rosa con quello azzurro. Cosa che ha fatto, prima di entrare in casa per festeggiare con i parenti il piccolo Ansel, alias Sofia. Dopo l'arresto della coppia, fermata a Cosenza, i loro parenti sono apparsi «del tutto ignari» dell'accaduto. Così come lo stesso coniuge di Rosa Vespa, Aqua Moses. A dirlo, l'ispettore della Squadra mobile di Cosenza, Claudio Sole. «Poi questo è da valutare - ha aggiunto-. Non si è capito se è stato un errore prendere una bambina perché pare che in una pasticceria avessero chiesto informazioni su una torta con un nastro rosa che poi non è stata ordinata. Da valutare, poi, anche la facilità con cui sono entrati ed usciti dalla clinica». Gli accertamenti sono in corso.