Cultura Scicli

Madonna delle Milizie 2024, una delle edizioni più riuscite di sempre

Convincenti il Conte Ruggero, Belcane, l’eremita. Commovente il canto dell’Angelo. Tra il pubblico l’artista di fama mondiale Emilio Isgrò, ospite dell’amministrazione



Scicli - Applausi a scena aperta, ma non solo. Una potente tensione emotiva ha animato la sacra rappresentazione della Madonna delle Milizie edizione 2024.

La rievocazione andata in scena sabato sera e che celebra la discesa di Maria Santissima in aiuto di Scicli durante la tenzone fra Normanni e Saraceni, nel 1091, è stata segnata da una regia convincente, affidata all’attore Massimo Leggio, che ha peraltro interpretato il Conte Ruggero, e scandita da tempi di recitazione incalzanti e ben calibrati.

Bravo Giuseppe Ferlito, che dopo tre anni lascia il ruolo di Ruggero per assumere quello del suo antagonista, l’emiro Belcane. Applausi per l’eremita, interpretato da Giovanni Peligra: l’eremita, nella sacra rappresentazione, è l’uomo che interpreta l’animo profondo e popolare di Scicli, un ruolo centrale su cui gli spettatori di Scicli puntano molto la loro attenzione. E gli applausi a scena aperta sono stati la testimonianza dell’apprezzamento per la sua interpretazione.

Commovente e lirico il canto dell’Angelo, affidato alla sciclitana Martina Donzella, già chiamata in passato a questo momento finale e cruciale, ma con una voce oggi più matura.

Tra gli ospiti della festa, e dell’amministrazione comunale, l’artista siciliano Emilio Isgrò (Barcellona Pozzo di Gotto, 1937), uno dei nomi dell’arte italiana più conosciuti a livello internazionale tra XX e XXI secolo. Isgrò era già stato a Scicli in gennaio ed è tornato per assistere alla festa.

In molti hanno chiesto di conoscere il testo del Canto dell’Angelo, che viene cantato a cappella con una pronunzia dilatata.

È attribuito all’arciprete Antonino Carioti, che visse nel 1700. Eccolo: 

“Bella amazzone invitta, alta eroina,
gloria del paradiso, onor del mondo,
sopra bianco destriero, Scicli t’inchina!
T’inchina Scicli perché in sua difesa,
di nemico infedele a scorno ed onta,
con spada in man dal ciel ti vide scesa.
Grazie ti rende Scicli, alta e distinta
che rompesti al suo piè l’empia catena
che in dura servitù teneala avvinta.
E tu, o Maria, nostra allegrezza in terra,
dona a Scicli la pace e la concordia
difendila da fame, peste e guerra,
abbi sempre di noi misericordia”. 

 La foto di Emilio Isgrò è di Amedeo Trovato. 


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