«Sono tormentato da quando mi alzo fino a sera, sogni compresi». Massimo Ceccherini, attore diventato celebre per film come "Il Ciclone" dove faceva coppia fissa con Leonardo Pieraccioni, racconta al Corriere della Sera la sua vita turbolenta, i problemi con l'alcol, le dipendenze da cui è uscito grazie alla moglie Elena: «Quando mi ubriacavo era impossibile tenermi. Lei mi picchiava e fermava la bestia dentro di me. Picchia oggi picchia domani, il colpo di fulmine lo ebbi una notte. Ora ha cambiato lavoro all'ospedale di Prato, ma all'epoca la vedevo al mattino che si preparava indossando la divisa, dietro c'era scritto misericordia. E mi sono detto: Dio è arrivato. Ho avvertito la sua presenza. Devi essere pronto ad agguantare l'aiuto.
Sono passati otto anni. «Dalla bestia non si guarisce, però riesco a tenerla legata. Ho bisogno quasi sempre della presenza di Elena. Sono stato in Africa sul set di Matteo Garrone e mi son fatto mettere WhatsApp per poter fare le videochiamate a Elena e Lucio, perché non potevo portare il cane nel deserto». Lucio, il suo cane, abbandonato e raccolto in strada. «Mi ha salvato la vita. L'amore che ho per lui batte tutti quelli che ho avuto, ci dormo insieme, anche Elena lo ama. Poi ho un pappagallo che quando mi sente parlare comincia a fischiare, e una tartaruga.
L'amicizia con Pieraccioni
«Facevo cabaret da giovanissimo con Alessandro Paci. Leo mi chiamò per un filmino amatoriale, io ero il santone che pregava in mezzo a un campo arato, lui mi guardava e ridevamo sotto un sole che picchiava. Rifacemmo quella scena trenta volte, presi l'insolazione. E' sempre andata così. Mi richiamò per I laureati , per andare al provino non avevo nemmeno i soldi per il taxi, me li diede mio padre. Poi arrivò Il ciclone, nessuno di noi immaginava che successo sarebbe stato. C'erano le ballerine protagoniste, ma io ero fidanzato e non potei fare niente».