Modica - Si è svolto venerdì scorso 26 ottobre nella Biblioteca Comunale di Modica il terzo incontro di un ciclo dedicato alle famiglie aristocratiche di Modica dal titolo “I Papa ed i De Naro Papa nell’Ottocento a Modica”.
Relatori tre discendenti della Famiglia, espressione dei tre rami a Modica: la d.ssa Clementina Papa, del ramo principale; Nino Papa amministratore dei Vini Corvo di Salaparuta, erede di quel Nino figlio di Nicola Papa (fratello del parlamentare Carlo, il più famoso dei Papa) nato da una relazione fuori dalla famiglia e poi “riconosciuto” e l’arch. Lavinia De Naro Papa del ramo De Naro Papa che sono gli eredi di Giuseppe Papa ( anche questo fratello del deputato Carlo) che fu adottato da uno zio “De Naro” e quindi antepose il “De Naro” al Papa e iniziò il ramo “De Naro Papa”.
La d.ssa Clementina Papa ha tenuto la relazione fondamentale sul tema della serata, partendo dalla condivisione di una sensazione di “restituzione della Sua Famiglia che lei ha ricevuto da parte della città”. Poi ha basato l’intervento sulla proiezione della ricostruzione digitale dell’albero genealogico della Famiglia la cui motivazione è nata dalle richiesta della Società Carlo Papa e della Casa Don Puglisi e per tutti i contenuti riferiti è stato un continuo rimando alle opere di Grana Scolari, di Enzo Sipione e della prof.ssa Maria Iemmolo, per tanti anni Preside dell’istituto Tecnico di Modica.
Così per l’uditorio la “sensazione di restituzione” trovava la sua ratio man mano che esponeva le memorie della Famiglia Papa già ricostruite negli studi a cui aveva attinto e che in altro modo non le erano o non le sarebbero più potute pervenire e che si sostanziavano in rilevanti ruoli sociali e politici, donazioni di case e di chiese e la creazione della Società operaia di Mutuo Soccorso da parte di Carlo Papa, intitolata allo stesso dopo la morte. Quindi non le comuni memorie familiari fatte di strategie matrimoniali o di contrasti ereditari delle famiglie aristocratiche, ma memorie in cui il contesto sociale e la città entrano a pieno titolo e che sono state già oggetto di studi. L’albero genealogico in versione digitale ha permesso la immediata visualizzazione delle nove generazioni di Papa a Modica dall’arrivo di Santoro, già docente di Medicina Pratica (Chirurgia?) nell’Università di Catania che venne a fare per esercitare il ruolo di “Protomedico della Contea”. Con ampio dettaglio è emerso che le caratteristiche che hanno attraversato le generazioni sono state la VENA LETTERARIA, l’ IMPEGNO POLITICO e la LINEA FILANTROPICA ( O RELIGIOSA) e, in modo meno evidente ma documentabile, la predisposizione per gli studi di Medicina che risale al capostipite e che si è continuato in modo evidente nel ramo di Nino Papa. La relatrice ha quindi illustrato la quarta generazione che costituisce la generazione importante nell’Ottocento a Modica, da cui derivano i tre rami e che fu costituita dai tredici figli di Raffaele e di Clementina Emmolo di Scicli, figlia di Francesco Barone di San Pancrazio che nacquero tutti nella Prima Casa Papa, attigua alla Chiesa del SS.Salvatore. Il primogenito è CARLO che nasce nel 1825 e muore nel 1880. Come accennato è il principale esponente della famiglia; fece anche costruire il secondo Palazzo Papa attiguo al primo e una villa in campagna entrambe di notevole pregio artistico. Acquistò poi la Prima Casa Grimaldi di Modica davanti al Castello dove andò ad abitare e dove morì. I primi due palazzi Papa, passati a metà novecento in proprietà della nipote Concettina furono dalla stessa donate al “Seminario di Noto” ed oggi costituiscono i locali parrocchiali della Chiesa del SS.Salvatore e la “Casa don Puglisi”.
Oggi i modicani possono ricordare Carlo attraverso la Statua collocata di fronte al Liceo Classico che ha seguito anch’essa i cambiamenti “di posto” dovuti alla storia perché fu inizialmente collocata al centro dell’attuale piazza Matteotti, in un tempo in cui c’era ancora la Chiesa di San Giovanni Battista dei Cavalieri di Malta e serviva a denominare la piazza come “Piazza Carlo Papa”. Resistette alla trasformazione della Chiesa in Cinema. Nel Ventennio la Piazza diventò “Piazza Mussolini” e Carlo Papa fu collocato davanti al Palazzo degli Studi, davanti alla sua migliore realizzazione a favore della città, l’istituzione dell’Istituto Tecnico e del Liceo Classico. Si sposò con Rosa Schifitto di Ragusa ma non ebbe figli. Per quanti fossero interessati alla figura di Carlo Papa che fu poeta, avvocato, parlamentare per tre legislature e come il padre ed il nonno più volte sindaco di Modica, si rimanda al Grana Scolari ed ai lavori della Preside Iemmolo e del prof. Enzo Sipione.
Un fratello di Carlo fu Canonico a San Pietro: lui donò alla Chiesa il terreno al quartiere Dente dove fu costruita la nuova Chiesa e l’oratorio di S. Anna. Fu anche comproprietario per metà della Chiesa di San Giuseppe che donò al Parroco di San Giorgio del tempo, sac. Moncada. (E’ una vicenda in fase di approfondimento).
Carlo ebbe sette sorelle: Carmela sposò Benedetto Ascenzo e fu suocera di Clemente Grimaldi e Maria Teresa sposò Giuseppe Giunta. Altre cinque sorelle di Carlo furono monache, di queste tre benedettine, una carmelitana ed un’altra a casa. Le tre benedettine contribuirono alla edificazione dell’attuale Convento benedettino di Modica (il 3°) e Madre Cecilia (al secolo Giovanna Papa ) nata nel 1839 e morta nel 1917 fu anche Madre Superiora. Tutto questo ce lo ricorda lo storico della Diocesi di Noto mons. Guastella.
I fratelli di Carlo che continuarono la Famiglia furono Gioacchino che sposò Concetta Blandini e Nicola che sposò Anna Giovanna Polara.
Nella quinta generazione gli esponenti principali furono l’avvocato Raffaele Papa Blandini ed una donna, Concettina Papa Polara. Raffaele eredita molti tratti della personalità del famoso zio Carlo, anch’egli poeta , avvocato e con rilevanti ruoli pubblici (fu il primo presidente dell’Opera Pia Grimaldi ) e la Concettina già ricordata (quella che donò le prime Case Papa al seminario di Noto) che fu donna molto religiosa, soprannominata a casa “il cardinale”, che oltre alla donazione delle case fece anche edificare a metà del Novecento la Chiesa di Cozzo Rose totalmente a sue spese. Risale anche al suo patrimonio il terreno dove oggi sorge la Chiesa di Sant’Elena. E sua sorella Clementina, fece costruire la Chiesa di San Raffaele Arcangelo in Cipolluzze. Occorre rilevare che attorno a queste chiese rurali nel Novecento si è costruito un tessuto sociale nelle campagne di Modica.
E per ricordare che a volte qualche particolare della storia della famiglia assume nel tempo hanno risvolti imprevedibili, da una relazione di Gioacchino nacque una figlia a cui fu dato nome Antonietta Mercantini che sposatasi con Giovanni Battaglia fu la mamma del sac. Pietro Battaglia. Questo sacerdote mosse i primi passi proprio nella Casa della “Zia Concettina” donata al Seminario di Noto, e svolse il suo ministero soprattutto ad Ispica. Con lui si avviò al Sacerdozio mons. Corrado Lorefice, attuale arcivescovo di Palermo. Ad Ispica tutti ricordano i tratti signorili e la squisita sensibilità della signora Mercantini-Papa e del figlio sacerdote.
Nicola restò giovane vedovo; da una relazione nacque un figlio Nino; Nicola riconobbe questo figlio e gli diede cognome e patrimonio. Da questa legittimazione deriva l’altra linea dei Papa nella quale splendono le caratteristiche delle prime tre generazioni e che è stato sempre conosciuta come l’ “i Papa del Generale!” perché Carlo, vissuto nel primo Novecento fu generale del Genio Militare.
Ed alla fine del suo intervento, la d.ssa Papa ha fatto rilevare che per gli altri fratelli dell’avv. Raffaele ed in genere per questo primo ramo della Famiglia fu più difficile l’adattamento al “cambiamento dei tempi” che risulta molto meglio realizzato negli altri due rami. Così dopo la relazione sui Papa nell’Ottocento a Modica, la parola è passata agli esponenti degli altri due rami che si sono soffermati su aspetti relativi al Novecento; la loro presenza, insieme alla proiezione dell’albero hanno reso percettibile ed evidenziato le tre diramazioni dell’unico Casato Papa. Nino Papa che ha tracciato un interessantissimo profilo del padre Carlo che nel corso del Novecento ebbe una prestigiosa carriera nel Genio Militare fino a ricoprire il ruolo di Generale e la cui vita fu anche contrassegnata da episodi “mitici” come il collaudo della teleferica per il film “Addio alle armi” e la posa della “campana di Rovereto”. Un fratello di Nino è stato affermato medico anestesista e nel ramo di Nino, soprattutto per via femminile, è passata la predisposizione per gli studi di medicina. Tra il pubblico era infatti presente la pediatra di Modica d.ssa Rosa Maria Vernuccio, figlia di Enrichetta Papa e mamma di due figli medici.
Infine l’arch. Lavinia de Naro Papa ha tracciato un interessantissimo excursus storico del suo ramo imparentato con i Ciaceri, gli Arezzo, i Trombadore, i Riera, i Galfo dal quale riporto integralmente l’interessante ricordo di due zii e di memorie vissute a Villa De Naro Papa con note di autentica poesia. “I fratelli Vincenzo e Francesco Raffaele che fondarono un ditta di estrazione, lavorazione e commercio della roccia asfaltica. A Pozzallo il grande deposito di mattonelle per pavimentazione stradale era servito da binari direttamente dalla stazione ferroviaria; Vincenzo, che era avvocato, si occupava della parte finanziaria, Francesco Raffaele della parte commerciale. A Rio de Janeiro, Buenos Aires e tante altre città del sud America e dell’Europa orientale vengono pavimentate con materiali della ditta Fratelli de Naro Papa. Ma un brutto giorno, a causa di un contratto jugulatorio con l’Opera Pia “Messe dell’Alba”, proprietaria dei terreni asfaltiferi e, pare, anche per colpa di contabili infedeli, la ditta fu travolta dal fallimento. Gran parte del patrimonio dei due fratelli sparì per appianare la situazione debitoria, e la vita familiare ne risentì negativamente. Ricordo mia nonna, Lucia Floridia Ciaceri, moglie di Francesco Raffaele, gestire l’economia domestica nel nome del risparmio più rigoroso: la vedevo girare per casa a Pirato, instancabile tra assi di pomodori messi a seccare, piatti cravani colmi di stratto, e fichi secchi, noci, mandorle, mele cotogne… e il pane fatto in casa, ogni venerdì. Quello era un rito vero e proprio, officiato da Angeledda, vero angelo della casa, con l’aiuto di Grazietta e della massara, sotto la supervisione della nonna. Per l’occasione veniva a Pirato la cognata Antonietta Galfo, che abitava alla Caitina. Tutti i letti di casa venivano occupati dai pani in lievitazione sotto spesse coperte: riposti maidda e scaniaturi, quando il forno era letteralmente bianco di calore generato da frasche d’ulivo e da cespi di sautaredda, finalmente si infornava!Mmmm…che profumo!”.
La Villa De Naro Papa oggi è di proprietà dell’ing. Francesco, fratello di Lavinia De Naro Papa.