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Urbanistica partecipata. Scritti per Sciclinews



In un paese in cui: l’amministrazione pubblica è debole, l’interesse collettivo trascurato, il territorio maltrattato: non è facile per l’urbanista trovare lo spazio sociale entro il quale esercitare i suoi saperi e le sue abilità. Meno che meno all’urbanista pubblico, il più necessario di tutte le incarnazioni di questa sfaccettata figura. I veicoli di trasmissione delle idee e delle azioni, non sono molti e spesso appannaggio di determinate categorie sociali e politiche.

Chi si interessa di urbanistica e architettura in ambito disciplinare accademico, ha una sua teoria e convinzione su questi temi. Teoria distaccata dalle subordinazioni, che nella realtà della professione vengono messe in essere. Il sapere teorico, la conoscenza in valore assoluto, male si adatta ad una operazione propositiva spesso da applicare in ambienti compromessi politicamente e dalle poche conoscenze. L’architettura, l’urbanistica sono pratiche e conoscenze complesse. Il mestiere dell’urbanista poi, trattando di una materia fortemente interdisciplinare: è un mestiere difficile. Trattare questi argomenti utilizzando un veicolo divulgativo ad ampia diffusione e utenza come un giornale on line: è compito arduo e complesso.

Dove sta la difficoltà?

Risiede negli avventori del sito. Utenti non disciplinarmente specializzati e spesso poco preparati. Quando gli argomenti si affrontano nelle aule della facoltà, conosciamo la predisposizione a penetrare e temi trattati da parte dell’uditorio. Quindi, anche senza essere esaurienti in alcuni tratti, la completezza la dispone chi ascolta con le sue conoscenze disciplinari. In un sito, questa rifinitura non può avvenire per i motivi prima spiegati. E poi, ancora per la collocazione prevalente dei lettori. Il sito nasce a Scicli (RG) e in quei territori è maggiormente consultato. La realtà locale è complessa per convinzioni secolari legati al possesso del bene. La realtà della popolazione siciliana è poco abituata allo stato legale del piano urbanistico. Sono convinti, nella maggioranza, che la proprietà di un bene, autorizzi a fare di quel bene secondo necessità o desideri. Il poco rispetto per le direttive di Piano è uguale di peso a quello che ha devastato intere parti di territorio di pregio naturalistico. Gli interventi su ScicliNews ScicliNews è un giornale on line, molto letto e la cui notorietà si allarga sempre più. Conta circa 2.000 contatti al giorno e il temi vengono vivacemente dibattuti tramite i commenti dei lettori. I lettori sono – come prima si accennava – eterogenei e possono essere anonimi. In tutto questo meccanismo esiste, però, una particolarità che rende il sito utilissimo per chi si interessa di pianificazione territoriale e urbanistica: la partecipazione. …………………..

Territorio, società, economia. Queste sono le tre coordinate del mestiere dell’urbanista. La prima, la principale, è essa stessa all’incrocio di diverse storie, di diverse dimensioni. Come muoversi in questa mappa? Credo che sia essenziale avere consapevolezza della dimensione etica del lavoro dell’urbanista. E credo che la stella polare che può orientarci è l’interesse comune. Attenti alle parole. Comune non è individuale, ma l’interesse individuale ha nella soddisfazione dell’interesse comune la cornice necessaria. Comune non è pubblico, ma spesso è pubblico lo strumento necessario per soddisfare un interesse comune. Comune significa interesse di una comunità di cittadine e cittadini. Una comunità riconoscibile, dotata di identità, caratterizzata dal senso di appartenenza dei suoi membri. Ma una comunità aperta, che riconosce nello scambio con le altre comunità il motore del suo sviluppo: quello vero, lo sviluppo dell’essere e non dell’avere. Per dare divulgazione a queste teorie e attenzioni ci siamo serviti di una giornale di facile consultazione e di larga diffusione: ScicliNews.com. La divulgazione ad una ampia utenza, necessitava ridurre gli argomenti, ad una semplicità facilmente accessibile, certo senza banalizzare i temi. La divulgazione se “alta” fa comprendere come l’Urbanistica non sia una specialità culturale riservata agli architetti, ma è una conoscenza intricata che si regge su una serie di discipline, richiede la capacità di interpretare i luoghi e le società, una visione storica del mondo intorno ed esige - come nel caso di Lucrezio e di Capo Sealth - una filosofia che la sostenga. ……………………….

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In chiusura, possiamo ipotizzare un’urbanistica salvifica la cui energia dovrebbe provenire dalla partecipazione di ognuno alla costruzione della città, spesso “pensata” e imposta dal cosiddetto “alto” della politica davanti al quale il cittadino debole sceglie la via del proprio “particolare” sul quale si concentra e dentro il quale si rinchiude. Non è un esercizio retorico rivolgersi ai giovani visto che in essi - se non altro per biologia - è contenuta l’energia sociale sulla quale mi sento di fondare la speranza di un contenimento armonico della crescita al posto dell’aggregazione di uomini e costruzioni chiamata città. Ai giovani è esplicitamente rivolta questa raccolta e il libro relativo, ma non solo. L’urbanistica dei filosofi e degli scrittori. Il lettore di questi articoli chiuderà il libro con la convinzione che tutti dovremmo essere in possesso di una spinta naturale a riflettere sui luoghi che abitiamo, su come sono fatti e su come dovrebbero essere. Tutti dovremmo diventare urbanisti delle nostre città. Siamo individui e siamo membri di una comunità. L’individualità è la nostra prima natura: l’abbiamo espressa fin dalla nascita del genere umano. La socialità è la nostra seconda natura: l’abbiamo faticosamente acquisita nel crescere della civiltà umana. Se vogliamo che la città e il territorio siano migliori di quelli di oggi, quando ci occupiamo di essi dobbiamo esprimere la nostra seconda natura. Il primo passo da compiere è quindi sentirci cittadini: occuparci della nostra città (nel senso ampio di “territorio urbanizzato”) in quanto “bene comune”: poiché essa è un tutto organico, nel quale tutte le parti sono solidalmente legate e connesse tra loro. Non somma di interessi di individui, di famiglie e di gruppi, ma espressione di una comunità di cui noi siamo parte. I commentatori degli articoli, apparsi su ScicliNews, si sono presi carico di contribuire con idee o dissensi: tutti gli intervenuti hanno partecipato. Si potrebbe innalzare l’articolata lista di commenti ad apporti progettuali, a voce delle necessità sociali. Voci necessariamente da accordare e coordinare, sempre comunque un contributo di notevole significato. Ecco in che senso è necessario partecipare alle politiche di governo della città. Dobbiamo intervenire, valutare, proporre e non lasciare che siano altri - sia pure eletti da noi - a decidere per nostro conto. Ancora peggio se sono le presunte libertà individuali e ed arbitrarie a compromettere con edificazioni abusive quanto è bene comune. Dobbiamo farlo esprimendo gli interessi di ciascuno di noi perché comuni. Per intervenire, valutare, proporre bisogna, prima, conoscere: conoscere la realtà nella quale viviamo, che è una realtà ampia, complessa, ricca di stratificazioni; conoscere i suoi problemi, che hanno anch’essi molte facce, molte cause, molte implicazioni; conoscere gli strumenti mediante i quali si può intervenire per cambiarla.

Pasquale Bellia


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