Ragusa - Con un certo stupore ho dovuto registrare un notevole interesse suscitato dal mio recente articolo sui pistacchi californiani messi in vendita da un supermercato di Ragusa. Un discreto numero di commenti inseriti dai nostri lettori su queste colonne, oltre alle e-mail e alle telefonate ricevute personalmente, di tenore non dissimile dai commenti.
Stimolato in tal senso (evidentemente l’argomento non interessa – come io pensavo – solo me stesso in quanto consumatore attento, ed altrettanto illuso) ho scattato la pessima foto che allego all’articolo. Riprende il sacchetto contenente dei biscotti, ma non biscotti qualsiasi. Sono infatti le famose “Coccole Tribù”, biscottini da latte di piccola dimensione espressamente rivolti ad un pubblico di bambini (come dimostra la massiccia campagna pubblicitaria che manda in onda spot coloratissimi e gridatissimi nei canali televisivi destinati ai bambini). Biscotti, tra l’altro, molto buoni e forse anche molto nutrienti. A produrli è la ditta italiana Pavesi quella, per intenderci, che a noi ragazzi degli anni ’70 ci consigliava di mangiare i celeberrimi “pavesini”, che sono buoni a tutte le ore.
Quindi prodotti di qualità, che hanno un loro ricco mercato.
Cosa c’ho trovato di strano? Osservate bene la foto (e chi dovesse avere a casa una confezione di Gocciole potrà verificarlo de visu): è la parte posteriore della confezione in tetrapak o qualcosa di simile, e c’è riportata una canzoncina. Non leggete bene? Ve la propongo per esteso:
Canta insieme a me!
La mattina è una tragedia
Nessuno si vuole alzar
ma se la giungla ti sta aspettando
Gocciole Tribù devi divorar!
Ancor più buone, che voglia di sbranar!
Le mini Gocciole versa nel latte
vedrai si inzuppano ancor di più
che cosa aspeeeeti?
Sparatele anche tu!
Adesso, lungi da me l’intento moralistico, non ne ho capacità, competenza e volontà. Ma sono io completamente fuori dal mondo oppure è “leggermente” esagerato rivolgersi a bambini di sei o sette anni sostenendo che alzarsi la mattina è una tragedia? Anche ad ammettere che si possa parlare a dei bambini in termini di “divorare” (verbo non propriamente elegante e a loro adatto), ma si può tollerare “sbranare”? E poi, la chicca finale, quell’orrido e vergognoso “sparatele” anche tu. Si potrebbe replicare facendo notare che a “parlare” sia un coccodrillo in forma di fumetto. Ed è vero, ma la sostanza non cambia, il linguaggio utilizzato é eccessivo, almeno per i bambini che leggono ed ascoltano. O almeno secondo me.
