Ragusa - Confesso: non comprendo molto della “rivoluzione grillina” in atto al Comune di Ragusa. Molte, troppe cose mi sfuggono; ma sono io in deficit di neuroni, nel mentre alcuni assessori ne fanno sfoggio in hybris. Tra le tante cose per me intelligibili, c’è questa novità – introdotta nello scorso mese di novembre – della gestione delle cosiddette “multine”. S’intende la comunicazione, da parte degli addetti di una cooperativa (o azienda, non ho ben capito, ma quest’aspetto poco importa), all’automobilista che rimane parcheggiato oltre l’orario previsto negli spazi delimitati dalle celebri strisce blue (delle quali quasi l’intero manto bituminoso del centro storico è stato tinteggiato). Non l’ho capita quando venne annunciata in pompa magna da un assessore a me ignoto (ma io appartengo ad una generazione di vent’anni più adulta di quella degli attuali amministratori, che ritengono – e fanno bene – che tutto quanto appartenga all’epoca pre-grillo sia da buttare, senza eccezioni). E l’ho capita ancora meno adesso, nei giorni scorsi per la precisione, quando nella rete efficientissima di questo sistema sono incappato personalmente.
I fatti, in estrema sintesi: lascio la mia automobile dentro le strisce blu, pago al distributore un euro e metto il tagliandino sul cruscotto. Ritorno al mezzo circa dieci minuti dopo l’orario stampato sul tagliando. Sono in torto, quae sunt sicut sunt.
La celebre “multina” mi riconosce la possibilità di pagare quale sovraprezzo solo settanta centesimi per ogni ora o frazione d’essa, a condizione di farlo entro le ore dodici (12,00) del giorno dopo. Nessun problema, pensa l’irenico Saro Distefano (buon cittadino): vorrà dire che l’indomani, essendo domenica, prima di mezzogiorno andrò a pagare la multina. E così faccio. Peccato però che la sede della struttura che esige il mio denaro la domenica mattina sia chiusa. E peccato che io il lunedì lavoro, e fino a molte ore dopo il mezzogiorno e mezzo. E infatti ho raggiunto quell’ufficio per versare l’obolo intorno alle sette del pomeriggio del lunedì e dopo aver inutilmente tentato di pagare via Internet (sistema col quale è ormai possibile comprare anche l’ortofrutta). Un gentilissimo addetto della cooperativa o cos’altro sia, m’informa che trascorso il termine orario fissato dal regolamento comunale non pagherò più i previsti settanta centesimi di euro, ma poco di più: venticinque euro.
Verificato che il lavoratore non stava prendendomi in giro, ho gentilmente fatto notare che il pagare cinque ore dopo il termine fissato non giustifica un tale aumento, secondo me del tutto sproporzionato, della cosiddetta “multina”. Insomma, posso capire se anziché settanta centesimi mi fai pagare un euro, o due, magari un euro in più per ogni giorno di ritardo nel pagamento, ma arrivare a venticinque euro assomiglia più ad un affronto.
L’impiegato è talmente gentile che non soltanto mi mostra la delibera della giunta presieduta dal Sindaco Federico Piccitto con la quale si stabilisce tutto quanto lui mi ha riferito a parole, ma aggiunge anche regolamenti, orari, clausole tanto da formare un bel dossier. Mi convinco che sia meglio riferire quelle che ritengo le mie ragioni al Comando dei Vigili Urbani. Un milite gentilissimo anch’egli m’informa in maniera chiarissima che c’è poco da fare: o pago venticinque euro oppure mi astengo dal pagare e avanzo ricorso per il tramite di un avvocato (e sottovoce aggiunge che sono tanti i miei concittadini che questo fanno).
Ritengo che anche il più affamato tra le centinaia di avvocati del foro di Ragusa mi chiederà qualcosa in più dei venticinque euro che dovrei pagare. Torno nella sede della cooperativa o azienda o ditta o consorzio o quello che sia e dico addio a un biglietto da venti e uno da cinque.
Valuto la quasi totalità dei miei concittadini d’intelligenza media tale da comprendere bene come le esigenze di cassa della nostra amministrazione stiano portando chi siede a Palazzo dell’Aquila a provvedimenti che parrebbero eccessivi. Conosco gli anedonici ragusani, e so bene che non faranno mai nulla di clamoroso (e per fortuna), ma so anche che ad essere troppo poliacertico si potrebbe stimolare la voglia di tornare a quelli che, nel bene e sovente nel male, hanno amministrato la città in maniera barbara, almeno a sentire alcuni grillini di quelli duri e puri.
di Saro Distefano
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