Attualità Vittoria

Scuderi: Ci si vende per un piatto di lenticchie nel Pd

Rimpasto indigesto

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Vittoria - “È trascorso più di un anno dall’elezione del nuovo segretario cittadino. Elezione che, peraltro, ha registrato un consenso ampio, caricando di entusiasmo, ma soprattutto di responsabilità, il Partito Democratico di Vittoria.
Il partito, da allora, ha dovuto affrontare momenti delicati vissuti dalla nostra comunità. Guidare, di fatto l’unico partito della città che vanta più di mille tesserati, in un contesto politico travagliato come il nostro, mi rendo conto sia stato arduo”. Inizia così la lettera di dimissioni del componente l’esecutivo del Partito Democratico di Vittoria, Giuseppe Scuderi, che è anche consigliere comunale, secondo il quale l’opposozione a Palazzo Iacono ha trovato terreno fertile tra i voltagabbana di mestiere. Coloro che, per mezzo piatto di lenticchie fredde, rinnegano le proprie origini.

Al Consiglio comunale di Vittoria è in atto, da mesi, una sorta di golpe politico. Coloro i quali non sono stati premiati dai cittadini hanno preso il controllo del massimo consesso cittadino.
“Non va dimenticata la crisi senza fine che vive la nostra città. A ciò, si aggiunga lo stato di difficoltà nel quale versano i comuni, abbandonati dalla Regione Siciliana matrigna. Crocetta, purtroppo, ha illuso tutti. Anche me. Ed io sono stato tra i primissimi a Vittoria, dunque, in Sicilia, a sostenerlo.
Il PD, da tempo, ha abbandonato l’iniziativa politica. Non è presente sul territorio, tra la gente. Non è intervenuto sui temi decisivi quali la crisi agricola e l’emergenza perenne legata al Mercato ortofrutticolo. Altri elementi di valutazione sono da ricercare nella sanità, nell’ambiente, nei disservizi ai cittadini. Ma, soprattutto, manca un’analisi seria e approfondita del partito in merito al modo attraverso il quale debba essere affrontata la questione, drammatica, della criminalità organizzata presente in città.
Sono convinto che non siano più differibili una serie di appuntamenti. Da più parti si avverte, infatti, la necessità che il partito torni ad occuparsi delle politiche per lo sviluppo, del lavoro. Ma il partito deve occuparsi anche di quei cittadini, e per fortuna sono la maggioranza, che pagano regolarmente le tasse.
Personalmente credo nel PD. Credo nell’unico partito vittoriese che abbia assunto una responsabilità storica nei confronti della comunità cittadina. Mi riferisco alla necessità di riformare la politica. Ma credo che, rispetto al rapporto con l’Amministrazione Comunale, il partito debba svolgere una funzione decisiva. Di controllo, di verifica, di pungolo e di incoraggiamento.
Io sono convinto del primato della politica sulla mera amministrazione della cosa pubblica e sull’ipertecnicismo delle professioni. Il partito deve dettare l’agenda politica. Non può, costantemente, subirla. E affermando ciò non voglio di certo criticare il sindaco Giuseppe Nicosia. Al quale voglio rivolgere il mio più sincero plauso per aver guidato con passione e dedizione il governo della città. Ma, ripeto, un partito deve delineare un orizzonte politico. Non può semplicemente organizzare le campagne elettorali, il tesseramento o le primarie. Perché questo vuol dire ridursi a comitato elettorale.
Io credo in un partito che sia aperto a donne e uomini che si riconoscono nei valori del progresso, del lavoro, della giustizia sociale, della solidarietà, delle pari opportunità. Io credo in un partito plurale, radicato nel territorio, presente fra la gente. Un partito che sappia infondere fiducia. Un partito che sappia rinnovare la propria classe dirigente, senza cedere il passo ai comitati d’affari o al nuovismo parolaio di marca grillina o all’irredentismo velleitario di stampo vendoliano. Perché io, sono e sarò sempre di sinistra. Ma continuerò a votare per il PD se il PD sarà, ancora, un partito di sinistra. Un partito in cui gli arrivisti vengano messi alla porta. E, alle persone per bene e capaci, venga offerta l’opportunità di misurarsi con le scelte che determinano un cambiamento reale, autentico. Un partito che sia, ancora, luogo di confronto e di laboratorio per idee nuove, ma ancorate al Partito del socialismo europeo.
Con amarezza, devo ammettere, che il PD di Vittoria, non è guidato con passione e, direi anche, con amore. Forse, perché la storia politica di ciascuno di noi è un bagaglio di saperi, memorie, lacrime, vittorie e sconfitte che non si può comprare al supermercato. O questo retaggio lo si ha oppure non si avrà mai.
Per tutte queste ragioni, non condivido la linea del segretario cittadino. Non condivido la sua inattività politica. Non condivido affatto il metodo che ha seguito nella verifica amministrativa.
Sono stato onorato di fare parte della segreteria del PD vittoriese. Ma oggi mi vedo costretto a rassegnare le mie dimissioni, pur mantenendo ferma la mia adesione al PD.
Al contempo, credo in Giuseppe Nicosia e lo sosterrò, lealmente, sino alla fine del mio mandato di consigliere comunale.
Colgo, infine, l’occasione per augurare alla nuova giunta i migliori auguri di buon lavoro”.


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