Cultura Neologismi

Il Barbatrucco entra nel vocabolario

Salvare le parole



«Resta di stucco, è un Barbatrucco»: chi è stato bambino dagli anni '70 in poi riconosce in questa frase la formula-tormentone dei "Barbapapà", personaggi di un fumetto francese, conosciuti in Italia soprattutto grazie al cartone animato uscito nel 1976. Una coloratissima famigliola di "mutaforma" i cui membri, appunto grazie a un "barbatrucco", si trasformavano in qualsiasi cosa, risolvendo ogni problema. Così questa parola è diventata nella memoria collettiva un neologismo che sta ad indicare «espediente ingegnoso, abile stratagemma», come ufficializza quest'anno lo Zingarelli 2011, ultima edizione del classico vocabolario della lingua italiana edito da Zanichelli (pp. 2.710 – 65.00 euro solo volume; 83,80 con Dvd e licenza annuale per consultazione on line).

Nel 2010 il dizionario ha festeggiato i 150 anni della nascita del suo autore, Nicola Zingarelli (31 agosto 1860). Il vocabolario uscì a dispense nel 1917 e per la prima volta in volume nel 1922 ed è quindi il più longevo ancora sul mercato, naturalmente rinnovato, se l'edizione 2011 contiene anche un Dvd in cui si trova pure il testo integrale dello storico Dizionario della lingua italiana di Nicolò Tommaseo e Bernardo Bellini, 8 volumi usciti tra 1865 e 1879.

Quest'anno sono 1500 le nuove voci e nuovi significati che aggiornano la nuova edizione, composta complessivamente di 143mila voci e 377mila significati. Ma lo Zingarelli, accanto alle novità dell'italiano che si evolve, continua la sua campagna sulle "Parole da Salvare" e segnala 2900 voci di cui, purtroppo, si sta perdendo l'uso. Molto del nuovo lo si deve alla tv e al gergo giovanile, per cui new entry è anche "gallonzo", nato dallo slang nelle trasmissioni della Gialappa's ma che è stato adottato nel giornalismo sportivo per indicare il «goal ridicolo, fortunoso».

E ancora "emo", legato alla moda e alla musica; "shonene" e "shoujo", che in giapponese indicano le riviste (Manga) e i film (Anime) rispettivamente per ragazzi e ragazze. Anche parole come "arcisicuro", "impanicarsi" e "inguattare" entrano nel novero delle parole dell'italiano usato. Dal gergo giornalistico vengono invece "archistar" e "nativo digitale", ovvero chi è nato nell'era Internet e quindi più aduso alle nuove tecnologie, mentre chi le ha imparate da adulto è un "immigrato digitale".

Così, dopo il "cinepanettone" natalizio ecco accolto anche il "cinecocomero" estivo e il film "sandalone", nuovo sinonimo dei film peplum mitologici in voga negli anni '60. Dalla moda vengono poi "fantasmini" (calze copripiede che non escono dal bordo della scarpa), "pinocchietto", (pantalone alla pescatora) e "tankini" (costume da bagno femminile costituito da slip+canotta).

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Come sempre, vista la globalizzazione e l'evolversi dei costumi, molte delle parole introdotte nel nuovo Zingarelli vengono dal mondo del bere e del mangiare: "alcopopo" è bevanda con poco alcol per giovani, mentre sono più alcolici "chupito" e "shot" o "shottino", magari sorseggiati a un "apericena", ricco aperitivo che sostituisce una cena. Ad arricchire il menù arrivano prodotti della tradizione regionale che godono ormai di notorietà nazionale, come la "nduja" calabrese, i "friarielli" napoletani, i "tajarin" e la "cugnà" piemontesi.

Quanto alle "Parole da Salvare", continua la vera e propria campagna dello Zingarelli, che ne segnala 2900 di cui si sta perdendo l'uso. Tra queste: "ginepraio", "aulico", "scherno", "uopo", "zelo", "nefasto", "malloppo", "intrepido": parole necessarie per «Ricordare il passato e scrivere il futuro», per citare il titolo del sesto Premio di scrittura Zanichelli dello scorso anno, rivolto alle scuole e dedicato proprio alle parole dal salvare. Non resta allora, per evitare un triste epilogo del lessico italiano, che continuare a abituare all'uso del vocabolario le giovani generazioni. Oppure trovare un... "barbatrucco".

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