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Archeologia, scoperti imponenti edifici pubblici dell’antica Abakainon

Un’imponente stoà d’epoca greco-romana. Blocchi di pietra e un terrazzamento identificano questo spazio nel portico che generalmente è prospiciente la piazza, l’agorà

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/29-03-2024/archeologia-scoperti-imponenti-edifici-pubblici-dell-antica-abakainon-500.jpg Archeologia, scoperti imponenti edifici pubblici dell’antica Abakainon


Messina - A Tripi, paesino di appena 750 anime del Messinese, incastonato tra i monti Nebrodi e Peloritani, gli archeologi hanno portato alla luce i resti di un’imponente stoà d’epoca greco-romana. Blocchi di pietra e un terrazzamento identificano questo spazio nel portico che generalmente è prospiciente la piazza, l’agorà.

La scoperta è straordinaria perché conferma l’ubicazione di Abakainon, città di origini antichissime citata da Diodoro Siculo. Il prossimo 6 aprile, dalle 9,30, nella sala conferenze dell’Hotel Rosa dei Venti, nella frazione di Campogrande che guarda alle isole Eolie, saranno presentati dagli archeologi gli esiti degli scavi condotti in Contrada Piano. Presenti, tra gli altri, gli assessori regionali ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana, Francesco Paolo Scarpinato, e al Turismo Sport e Spettacolo, Elvira Amata, oltreché il sindaco, Michele Lemmo, e la soprintendente ai Beni Culturali di Messina, Mirella Vinci. Dimenticata per secoli, cancellata dalla storia e dalle mappe e ridotta ad agglomerati di case sparse, la greca Abakainon, Abacaenum per i romani, era una delle più importanti città della Sicilia. 

Votata all’agricoltura e perfettamente inserita nei traffici commerciali del tempo, governava su un territorio molto vasto che andava dal mar Tirreno sino alle pendici dell’Etna. Florida e sostenuta da divinità benevole, decise di coniare monete, di cui splendidi esemplari si trovano perfino al British Museum di Londra, oltreché al Museo “Santi Furnari” nel centro del paese, che per i suoi ori è considerato una vera e propria gioielleria dell’antichità. Fu il suo essere alleata di Cartagine e, poi, tra gli infedeli sudditi di Roma a decretarne la distruzione e la scomparsa. Così si riteneva fino a tempi recenti. Tuttavia, il rinvenimento di monete nei recenti scavi sembrerebbe riscriverne la storia.

Sin dalla seconda metà del secolo scorso, ipotesi accreditate cominciarono ad esserci sulla sua effettiva collocazione in territorio tripense e, soprattutto, sulla sua estensione e grandezza. Le campagne di scavo promosse dall’attuale amministrazione comunale hanno confermato inconfutabilmente la presenza di una città grande e ricca.


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