Ragusa - Le notizie sul raggiungimento del picco di contagi, il prossimo ritorno della Sicilia in zona gialla, le (false) rassicurazioni sulla minore pericolosità della variante Omicron e l’ormai esasperante convivenza col virus, devono aver scalfito la paura Covid visto che prime e terze dosi stanno calando sull’Isola allo stesso ritmo dei positivi: un terzo in meno nelle ultime due settimane, proprio mentre scattava la zona arancione regionale. Nonostante la stretta sullo shopping in vigore da martedì e i malati in ospedale quasi tutti no vax (il 90% circa dei pazienti), più di un siciliano su 10 non è ancora vaccinato e non ha alcuna intenzione di farlo.
News Correlate
Nemmeno in vista del nuovo decreto Draghi che dal primo febbraio sbarra le porte di negozi d'abbigliamento, uffici postali, librerie e persino tabacchi. Ad oggi mezzo milione di over 12 anni non ha ricevuto la prima dose (il 12% del totale) e oltre un milione è in ritardo con la terza (36,7%). Se il calo delle prime è giustificabile in parte col progressivo restringimento della platea interessata, quello delle terze - attualmente circa 35mila iniezioni al giorno - è meno spiegabile "razionalmente".
"Abbiamo raggiunto il plateau dei ricoveri, ma ci vorrà almeno una settimana prima che i posti letto comincino a liberarsi - ricorda Carmelo Iacobello, primario di Malattie infettive al Cannizzaro di Catania -. La variante Omicron è meno aggressiva solo per i vaccinati, mentre per gli altri continuiamo a vedere polmoniti molto gravi". E l'aumento dei positivi asintomatici, ricoverati per altre patologie, non permette ancora la riconversione dei reparti ospedalieri per chi soffre d’altro.