Ragusa - Il fatto di essere abbondantemente sotto la media nazionale dell’83% di vaccinati con ciclo completo over 5 anni, avrà pur avuto un qualche ruolo nella zona arancione in cui da oggi versa tutta la Sicilia. Sull’isola la campagna vaccinale si ostina a procedere al ritmo più lento di tutto il Paese: meno della metà dei siciliani vaccinabili ha ricevuto la terza dose, il 44%, soprattutto nelle classi d’età più avanzate; il 18% non ne ha mai ricevuta una dose, contro la media nazionale del 13,8%. In numeri assoluti gli irriducibili sono i 30enni: sono 98mila sui 566mila isolani over 12 non immunizzati. Se si vorrà tenere le scuole aperte, bisognerà iniziare a ingranare anche le somministrazioni per i più piccoli.
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I bollettini Covid del weekend tuttavia confermano, come il grafico allegato in foto, il calo lento ma costante di contagi sull’Isola dal picco di oltre 13mila nuovi casi giornalieri toccato ormai due settimane fa. Se è vero che è questo il lasso di tempo a partire dal quale i ricoveri seguono ai positivi, è lecito attendersi che nelle prossime due settimane le terapie intensive rientrino sotto la soglia appena sforata del 20% di occupazione. Basterebbe già questo per riguadagnare l’area gialla ma, altri 14 giorni, e anche i posti letto ordinari dovrebbero rientrare entro il limite del 30%, riportando così tutta la regione in giallo al massimo già alla fine di febbraio.
Di pari passo scenderanno pure i decessi che, come si vede nel secondo grafico, hanno già assunto una china discendente dopo aver toccato l’apice. L’ennesima capriola cromatica non comporterà peraltro maggiori libertà delle attuali, né per chi ha il super green pass né per chi non ce l’ha. Non le comporterebbe nemmeno in zona bianca: l’ambito di applicazione del super green pass ha uniformato le tre fasce di rischio.
L’arancione, in particolare, è destinato davvero all’estinzione se - come chiesto dalle Regioni al governo -, a decidere i colori presto sarà il conteggio solo dei malati di Covid e non (come avviene adesso) anche dei pazienti in ospedale per cause diverse dal Coronavirus, che risultino positivi ai tamponi pur asintomatici. Secondo i dati Fiaso, questi “positivi per caso” sarebbero circa il 33% nei reparti ordinari e il 10% nelle rianimazioni. Il ministero della Salute ha aperto al ricalcolo e enti locali e centrali ne riparleranno in questi giorni. Nel frattempo a chiudere in lockdown le persone, più delle norme, sono l’attesa della negativizzazione del test, che può superare le due settimane, e i tempi di riattivazione dei certificati.