Anche Palermo si ferma e riflette
sull'ennesimo tragico femminicidio, quello di Giulia Cecchetin.
"Un minuto di rumore" è stato celebrato al liceo classico
Vittorio Emanuele II. Un modo per esternare la propria
commozione e al contempo per alzare l'attenzione verso il
fenomeno della violenza sulle donne. Un'iniziativa spontanea
nata dai ragazzi, un modo per far sentire la propria voce. E
soprattutto per dire "no" alla violenza, qualsiasi essa sia.
I ragazzi si sono ritrovati davanti alla scuola e al suono della
campanella hanno iniziato a battere le mani e gridare tutta la
loro rabbia. Quindi, anziché fare il classico "minuto di
silenzio", hanno dato vita al "minuto di rumore". Un lungo
applauso, durato diversi minuti, accompagnato da qualche urlo.
Ad esternare la voglia di cambiamento, la necessità di un nuova
cultura che si allontani dagli stereotipi del patriarcato. Tutti
i ragazzi hanno alzato le mani al cielo ed applaudito, sul viso
anche il tipico segno rosso con cui si dice "no" alla violenza
sulle donne.
Un minuto di rumore in liceo a Palermo in ricordo di Giulia
di Ansa
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