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Saggio su Gesù di Antonio Spadaro diventa film di Martin Scorsese

La prefazione è di Papa Francesco, il direttore de La Civiltà Cattolica racconta la sfida cinematografica

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I Vangeli sono scritti come una sceneggiatura, leggerli non basta se lo sguardo non diventa cinematografico. Usare l’immaginazione, immergersi nella scena è il consiglio di Sant’Ignazio che tutti i Gesuiti apprendono da subito. Il direttore de «La Civiltà Cattolica», Antonio Spadaro è un gesuita, ma anche un giornalista e uno scrittore. Il suo libro più recente, «Una Trama divina- Gesù in controcampo» svela un incedere e un retroscena cinematografico.

Ma come è nato il saggio?
«Marco Travaglio mi aveva più volte invitato a scrivere per Il Fatto un commento al Vangelo della domenica - spiega l’autore -. Io inizialmente avevo rifiutato, poi però la sfida di raggiungere un pubblico che forse non ha consuetudine con le Sacre Scritture mi è parsa opportuna. Sono 50 sequenze, scene in cui Gesù è protagonista. Vederlo in controcampo significa guardarlo da tutte le posizioni, in campo e fuori. Entrare nella scena ed esserci dentro, osservare, ascoltare, essere lì, presenti. E’ allora che si entra in autentica relazione con Gesù che è sempre sorprendente, sempre contro le consuetudini, non si conforma mai a regole superflue o dettate solo dalla tradizione».

Ed ecco che entra in campo il cinema. «Il libro ha una prefazione di Papa Francesco, così fresca e entusiasta che la inviai a Martin Scorsese, regista che conosco da molti anni e che sempre si interessa dei temi che riguardano la Fede - racconta Spadaro - . Il Papa diceva agli artisti: «Fateci vedere Gesù».

Letta la prefazione, mi ha scritto dicendo «Io mi sento personalmente interpellato dal Papa, devo tentare di rispondere col mio mestiere». Passarono pochi mesi e la prima sceneggiatura di quello che diventerà un film su «Gesù» «Scorsese me l’ha inviata. Ma poi è venuto a Roma con una seconda sceneggiatura e mi ha assicurato che il lavoro va avanti.

Questo grande regista che ha già avvicinato la spiritualità ignaziana con «Silence», è un uomo profondamente libero, ha superato gli 80 anni e mi ha confessato che fin da ragazzo era alla ricerca di Gesù. Oggi è all’opera per confrontarsi col personaggio più alto di tutta la Storia.”


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