Scicli - Un po’ per amore, un po’ per lavoro sono una delle persone che ha scritto di più sulla Fornace Penna di Punta Pisciotto a Sampieri, e per questo finisco spesso nelle tesi di laurea e nelle pubblicazioni.
Soprattutto per un pezzo.
Nel 1999 intervistai Giuseppina Emmolo Scimone, all’epoca ultranovantenne, figlia del progettista della Fornace, l’ingegnere Ignazio Emmolo.
Una laurea in matematica, una in ingegneria, Ignazio Emmolo aveva il pallino del neoclassico.
Così col Pisciotto costruì una basilica laica in riva al mare, e con l’ospedale Busacca ripropose il Policlinico Umberto I di Roma in scala sciclitana.
Quando il 26 gennaio del 1924 la fabbrica di laterizi fu incendiata con dolo, l’ingegnere Ignazio, vedendo andare in fumo tanti anni di lavoro, lanciò un anatema di cui Giuseppina si fece testimone davanti a me: “Non una sola ora, non una sola lira per il Pisciotto”.
Qualche settimana dopo dal mio articolo ricevetti a casa una lettera, scritta a mano, con bella grafia.
Mi scrisse il dottore Angelo Emmolo da Siracusa. Era il fratello minore di Giuseppina e ultimogenito del genio di Ignazio.
“Savà, rileggendo la storia della fabbrica costruita da mio papà, ho letto il suo amore per una persona che non ha conosciuto.
La aspetto a Siracusa.
Mio padre, l’ingegnere Ignazio Emmolo, ha lasciato due tegole in regalo per lei. Sopra c’è scritto: Premiata Fabbrica di Laterizi Barone Guglielmo Penna”.
Scoppiai a piangere. Non sono mai andato a Siracusa, a conoscere Angelo e a ritirare quelle tegole.
Oggi Angelo non c’è più.
A distanza di 25 anni da quell’invito non raccolto, Elisa ieri mi ha fatto recapitare le due tegole sfornate dalla Premiata Fornace Penna ormai 100 anni fa.
Grazie dottore Angelo, grazie ingegnere Ignazio.
Grato,
Peppe