Cultura Scicli

Il racconto del reparto Dementi Tranquilli del Busacca in una tesi

Di Ramona Lopez

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Scicli - "La disumanizzazione dell'uomo, dal medioevo alla legge Basaglia". È il titolo dell'interessante tesi di laurea di Ramona Lopez all'Università di Messina (Dipartimento Scienze Pedagogiche) sul "reparto Dementi Tranquilli" dell'ospedale Busacca di Scicli. 

"In Sicilia i primi sviluppi nella scienza psichiatrica si attribuiscono, nel solco del pensiero illuminista al Barone Pietro Pisani, che segnò la sua epoca poiché per lui lo studio della psichiatria era un’atto di amore; si narra, infatti che il nobile palermitano avesse una figlia afflitta da malattia mentale e che non si rassegnasse -scrive Ramona Lopez-. Furono vari i manicomi o ospedali psichiatrici fondati in Sicilia e la sua opera a dare vita alla fondazione da parte di Francesco I di Borbone nel 1824 del ‘Regio Ospedale dei Matti a Palermo’. Tale istituzione, che restò attiva fino alla chiusura disposta nel 1978, fu per più di un secolo l’unico punto di riferimento per l’ospedalizzazione dei malati di mente in Sicilia, infatti l’Ospedale di Agrigento fu inaugurato solo nel 1930 e quello di Siracusa nel 1934.

Come afferma Pennisi, il più grande manicomio meridionale del 900 fu il Mandalari, costruito alla fine del XIX secolo e che per oltre un secolo accolse maggiormente pazienti originari di tutte le zone della Sicilia e della Calabria. La chiusura avvenne solamente nel 1998 nonostante la legge 180 del 1978 imponesse la chiusura dei manicomi intesi come luoghi di permanenza dei malati.

Tra i vari ospedali psichiatrici in Sicilia, ritroviamo l’Ospedale Ricovero “Pietro Di Lorenzo Busacca”.
Con il decreto del 5 maggio 1895 venne fondato uno “stabilimento avente per scopo di ospitare gli indigenti, gli inabili ed i malati poveri”.
Nel corso del primo conflitto mondiale la struttura fu adoperata come centro di cura per feriti di guerra. Di seguito venne istituito un reparto per la cura della tubercolosi denominato “dementi tranquilli”, caratterizzato da due padiglioni: uno maschile e uno femminile; tali settori ospitavano pazienti affetti da turbe psichiche croniche, i quali venivano trasferiti dall’ospedale psichiatrico di Siracusa e poi ricoverati con richiesta presentata all’Amministrazione provinciale di Ragusa e Caltanissetta.

Il reparto dei “dementi tranquilli” furono stabiliti a seguito della legge n.36 del 16 agosto del 1909, principalmente basata su criteri segregativi, assistenzialistici, associati ai modelli della psichiatria tradizionale.

Nel 1978, una volta approvata ed entrata in vigore della legge 180, si attivò una nuova assistenza psichiatrica finalizzata ad un nuovo approccio verso il malato psichico. Attorno al Settecento, il numero dei pazienti salì fino a 314. Nonostante la legge Basaglia, il reparto ‘dementi tranquilli’ venne definito dall’Assessorato regionale alla sanità “ad esaurimento”; vi erano una decina di pazienti, suddivisi in due padiglioni e tre reparti.

Nel corso del 2004 tale reparto fu chiuso e gli ormai pochi ricoverati sono attualmente assistiti dalla RSA.
Nell’ordinamento sanitario del 1988 viene affermato che numerosi ospedali psichiatrici, tra cui quello di Scicli, versavano in uno stato di abbandono totale tale da renderli simili più che a strutture sanitarie a dei veri e propri lager. Si sosteneva che a Scicli, in provincia di Ragusa, all’interno dell’ospedale civile esistesse appunto, un reparto per i lungodegenti definito "dementi tranquilli": è questo un reparto quasi fantasma visto che a detta di alcuni amministratori non era collegato né al servizio psichiatrico di diagnosi e cura, né al servizio neurologico, né al servizio geriatrico e non aveva un capitolo nei bilanci dell’unità sanitaria locale.

Dopo i vari scandali degli altri ospedali psichiatrici della Sicilia, continuarono le condizioni di indigenza dei ricoverati: basti pensare che circa 50 donne rinchiuse in un padiglione venivano lavate per terra utilizzando un’unica spugna per tutte e l’acqua di volta in volta veniva raccolta in un catino. Queste donne trascorrevano l’intera giornata sedute ai tavoli di uno stanzone ed alcune di loro non usciva all’esterno dal 1961: una situazioni analoga veniva registrata nel reparto degli uomini, dove i malati vagavano come anime in pena da uno spoglio salone ad un cortile recintato da un alto muro sovrastato da una rete metallica.

Tra i pazienti internati troviamo molteplici patologie che li caratterizzavano: da decadimento mentale in distimico, a demenza precoce paranoide, psicosi paranoide, sindrome depressiva, stato di eccitamento psicomotorio in oligofrenia, schizofrenia paranoide, sindrome demenziale. Nell’archivio amministrativo e sanitario, oggi ancora in possesso dell’Ospedale Busacca di Scicli, è possibile rintracciare circa 45 unità archivistiche, in buona conservazione, risalenti ad un periodo storico compreso tra il 1961 e il 1998. 

Nella varie cartelle si osservano documenti dove venivano annotate le rette da pagare, infatti le famiglie dei pazienti erano tenuti a pagare la retta giornaliera di circa 2000/2300 lire, per un totale di 60000 lire mensili; vi sono verbali di ammissione e dimissione, nei quali troviamo scritto che:

"a seguito della legge n.36 del 14 Febbraio 1904, si dichiara di essere consapevole che il paziente è migliorato, ma non guarito e quindi ancora bisognevole di cura e custodia e se ne assume tutta la responsabilità morale e giuridica, […] sia in relazione a quanto riguarda la sua pericolosità e si obbliga di darne ogni quattro mesi informazioni con certificato medico da trasmettersi a mezzo del Sindaco e di ricondurlo all’Ospedale Psichiatrico ai primi indizi di peggioramento o ricaduta che lo rendevano pericoloso per sé o per gli altri, o di pubblico scandalo". 

Nelle cartelle venivano trascritti documenti e anamnesi dei pazienti, il diario clinico dettagliato, i referti e le relazioni dei medici; al giorno d’oggi è possibile risalire al verbale di entrata e di uscita dal reparto e in alcune è possibile leggere la storia clinica, l’esame obiettivo e i periodi di degenza. Alcune famiglie abbandonavano i propri cari all’interno del reparto, mantenendo un ostinato e costante silenzio che rendeva i pazienti ancora più nervosi e irrequieti. Dalle ricerche condotte è stato possibile accedere ad una lettera mandata dal direttore dell’Ospedale Busacca al marito di una donna del reparto, affetta da ipocondria, la quale cita testuali parole: "Le comunichiamo che sua moglie gode perora di buona salute fisica. Le condizioni mentali sono invece stazionarie. Sarebbe bene anche per tenere più allegra e più calma la paziente, che lei ogni tanto le scrivesse qualche lettera o almeno rispondesse alle lettere che essa le invia. Il suo ostinato e costante silenzio rende infatti la paziente più nervosa".

Mentre altre famiglia si dimostravano presenti e interessate alle condizioni dei propri parenti. È stato possibile ricostruire alcune storie cliniche attraverso le poche tracce custodite nell’archivio clinico dell’Ospedale; nella cartella clinica di una paziente con sindrome maniaco depressiva vi sono riportate varie lettere scritte dalle figlie al direttore, dove veniva chiesto delle condizioni della madre, dato che lo stato mentale fosse peggiorato sempre di più:

"mi dica dottore, le fate ancora delle cure oppure mia madre si trova lì perché a Siracusa l’hanno giudicata come “soggetto refrattario ad ogni cura” e quindi “oggetto” da tenere chiuso per proteggere quelli che stanno fuori da questi ospedali esemplari?"

In questo caso venne richiesto il trasferimento da parte delle figlie che risiedevano a Milano per potere avere la madre vicino, ma data la lunghezza del percorso non era possibile somministrare alla paziente sedativi in tale quantità da indurre uno stato confusionale. Vi era la necessità di viaggiare in condizioni di sicurezza tali da non pregiudicare né la propria salute né l’ordine pubblico. 

I Dementi Tranquilli erano un pezzo e parte integrante della società a Scicli. Andavano in chiesa, conoscevano il parrocco e avevano un rapporto personalissimo con Dio; si recavano dai parenti che provvedevano anche al cambio della biancheria. Alcuni pazienti attendevano dopo anni il ritorno dei propri cari, mai più visti dopo l’internamento".

Nonostante la legge Basaglia del 1978, come già affermato, il reparto Dementi Tranquilli fu chiuso definitivamente intorno al 2005", conclude Ramona Lopez.  


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