Cultura Femminicidi

Violenza sulle donne, musica trap, Petrarca e Venditti

Generazione Z, trap e violenze sulle donne, ci vorrebbe un amico

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La recente tragedia di Giulia Cecchettin, la giovane studentessa di 22 anni uccisa dal suo ex fidanzato di 23 anni, ha riaperto il dibattito sulla violenza di genere e sui possibili fattori che la favoriscono o la contrastano. Tra questi, uno dei più discussi è il ruolo della musica trap, un genere musicale che spopola tra gli adolescenti e che spesso contiene testi espliciti, volgari e sessisti. L’attrice Cristiana Capotondi ha accusato la trap di fomentare la misoginia tra i ragazzi, sostenendo che la donna viene trattata come un oggetto e che questo influisce sulle relazioni sentimentali e sul rispetto reciproco. Il suo appello è stato appoggiato dal presidente della commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone, che ha citato alcuni esempi di rapper famosi come Sfera Ebbasta o la Dark Polo Gang, rei di cantare la violenza e la deriva sessista.

La generazione Z, nata tra la fine degli anni '90 e i primi anni '20 del XXI secolo, è spesso definita come una generazione individualista, poco propensa alla socialità e alla condivisione. Questa tendenza è stata attribuita a diversi fattori, tra cui l'uso intensivo della tecnologia, che ha reso più facile rimanere in contatto con le persone anche a distanza, ma ha anche reso più facile isolarsi dal mondo reale. In questo contesto, non sorprende che la generazione Z sia anche quella che ha un rapporto più problematico con l'amicizia.
Secondo un recente studio, solo il 20% dei giovani tra i 18 e i 25 anni ha un amico intimo con cui condivide tutto. Questa situazione è preoccupante, perché l'amicizia è un elemento fondamentale per la crescita e lo sviluppo personale. Gli amici ci aiutano ad affrontare le difficoltà della vita, ci offrono sostegno e compagnia, e ci aiutano a costruire la nostra identità. La scarsa propensione alla socialità della generazione Z è stata anche associata alla diffusione della trap, un genere musicale che ha avuto un grande successo negli ultimi anni. La trap è caratterizzata da testi spesso violenti e misogini, che esaltano la cultura della droga, della violenza e del machismo.

Musica Trap, causa o conseguenza di violenza?
È difficile dire se la trap sia una causa o una conseguenza della tendenza alla violenza della generazione Z. Tuttavia, è chiaro che i testi di questo genere musicale possono avere un impatto negativo sull'atteggiamento dei giovani nei confronti delle donne. I testi della trap spesso usano la violenza sulle donne come un modo per esprimere la propria virilità e la propria forza. I rapper spesso si vantano di aver abusato sessualmente delle donne, o di averle picchiate o uccise. Questo tipo di messaggi può contribuire a normalizzare la violenza sulle donne, e può portare i giovani a considerare la violenza come un comportamento accettabile.
I testi della trap spesso mostrano le donne come oggetti sessuali, da usare e da buttare via. Questo tipo di rappresentazione può contribuire a creare una cultura in cui le donne sono considerate meno importanti degli uomini, e in cui la violenza sulle donne è vista come una cosa normale. Ma normale non è.

Il tema della solitudine
Negli anni 80, Antonello Venditti cantava così la fine di un amore: Amor che a nulla ho amato, amore mio perdona. In questa notte fredda, mi basta una parola, ci vorrebbe un amico … Il verso "Amor che a nulla ho amato" è un chiaro riferimento alla poesia di Francesco Petrarca "Amor che a nullo amato amar perdona". Petrarca si rivolge all'amore, dandogli del Tu e chiedendogli perdono per non aver mai amato nessuno prima di Laura. La citazione di Petrarca da parte di Venditti è significativa perché sottolinea l'universalità del sentimento di dolore e di solitudine che si prova dopo la fine di un amore. L'amore è una forza potente che può portare alla felicità, l’idillio, ma anche alla sofferenza, la tragedia, il dramma. L'altro verso, "In questa notte fredda, mi basta una parola, ci vorrebbe un amico" è un'espressione della necessità di non sentirsi soli. L'uomo della canzone si sente abbandonato e disperato. Ha bisogno di qualcuno che lo ascolti e lo conforti. La canzone di Venditti lancia un messaggio forte e chiaro: nella solitudine si consuma la farsa della vita. L'amicizia, però, è un'ancora di salvezza che può aiutarci ad affrontare le difficoltà. La canzone è stata scritta 40 anni fa, ma è ancora attuale oggi.

La solitudine è un problema sempre più diffuso, soprattutto tra i giovani. La pandemia da COVID-19 ha ulteriormente aggravato questo problema, isolandoci fisicamente e mentalmente. E farne soprattutto le spese sono stati i giovani. Ed è proprio qui che entrano in gioco genitori ed educatori delle nuove generazioni: occorre essere consapevoli di questo problema che investe come un treno in piena corsa il quotidiano dei propri figli: la solitudine.


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