Cultura Scicli

Abbeveratoi pubblici, testimoni silenti di antiche tradizioni rurali

Costituivano le aree di servizio nelle principali vie direzionali di uscita dal paese



Scicli - Notiamo con ammirazione, a volte con indifferenza, la presenza di eleganti strutture antiche rappresentate dagli abbeveratoi pubblici. Costruiti tutti con pietra locale, in passato questi manufatti di edilizia pubblica rurale avevano, come possiamo immaginare, una funzione molto specifica ed importante in quanto fornitori di acqua, abbeveraggio per gli animali adibiti al trasporto. Presenti sia in paese che lungo i percorsi principali di transito, esse formavano le aree di servizio del passato. Li troviamo sparsi sul territorio, soprattutto in maggior quantità fuori dal centro abitato, a lato delle stradine di collegamento con diverse contrade, territori comunali e provinciali.

Numerosi abbeveratoi li vediamo nella direzione Scicli - Sampieri - Pozzallo – Pachino, un percorso certamente molto battuto, fino alla metà del ‘900,da carretti trainati da muli e cavalli. Infatti costituiva la via di collegamento di Scicli col porticciolo di Pozzallo e le terre del vino di Pachino. Questo ci fa notare come numerosi, anche allora, erano gli scambi commerciali soprattutto di prodotti della terra, con i Comuni limitrofi.

Volendo approfondire la tematica diciamo che l’abbeveratoio di Santa Nicola (molto conosciuto e attivo) è allocato sulla direzione Scicli - Modica, quello di San Giuseppe direzione Sampieri e quello all’uscita dal villaggio Iungi in direzione Donnalucata. Non si poteva certamente portare l’acqua durante il viaggio e quindi gli animali usufruivano di queste fonti di ristoro, presenti in posti distanziati e strategici. Gli abbeveratoi presenti all’interno della città sono di proprietà del Comune, mentre quelli fuori dal centro abitato sono di proprietà dell’E.S.A (Ente Sviluppo Agricolo ).

Il loro anno di costruzione risale per la maggior parte ai primi del novecento, quando la movimentazione di merci e persone andava sempre più aumentando e quindi occorreva migliorare la qualità dei servizi lungo le direzioni a più intenso traffico. Oggi, non più funzionali, potremmo considerarli dei piccoli monumenti della civiltà contadina, testimoni di un passato che appartiene a tutti e dal quale ancora traiamo ispirazioni e risorse. Vista la loro importanza storica, ma ancora in buono stato murario, dovremmo farci carico di una piccola manutenzione per conservare il manufatto nel tempo, procedere all’apposizione di targhe indicative della costruzione e relativa funzione, quali punti di sosta si potrebbero mettere dei cartelli con stradario delle contrade. Ma se vogliamo rendere ancora funzionali e fruibili basti inserire queste strutture come punti di ristoro in percorsi turistici a cavallo o ciclabili, riconsegnando così al manufatto la stessa vita utile di sempre.

Certamente ogni abbeveratoio dovrà essere tenuto in ordine e gestito dal proprio proprietario, il Comune e l’E.S.A (uffici villaggio Iungi di fronte campo sportivo). Testimonianze della nostra civiltà rurale ne abbiamo parecchie sul territorio, sta a noi trovare il modo di conservarle o renderle fruibili, ma soprattutto pensare ad esse quali fonti di sapere per le future generazioni. (valorizzazione materiale e immateriale dei beni).


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