Cultura Firenze

In morte di Giuseppe Cruciani Fabozzi

Si è spento a 79 anni Giuseppe Cruciani Fabozzi, ordinario di restauro dei monumenti alla facoltà di Architettura di Firenze

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/09-11-2023/in-morte-di-giuseppe-cruciani-fabozzi-500.jpg In morte di Giuseppe Cruciani Fabozzi


Firenze - Il Prof. Giuseppe Cruciani Fabozzi è stato Ordinario di Restauro dei Monumenti presso il Politecnico di Milano e gli Atenei di Firenze, Parma, Ascoli Piceno. Architetto ICOMOS (International Council on Monuments and Sites) è stato Accademico Ordinario dell’Accademia delle Arti del Disegno. Questa però è una faccenda professorale ormai sospesa.

Ha recuperato Centri Antichi ed edifici e palazzi di grande interesse monumentale di autori della nobile storia dell’architettura mondiale.
Questa è faccenda professionale. 

Studi e ricerche le ha pubblicate, con Giorgi & Gambi, Franco Angeli, Giunti, Flaccovio, Utet. È stato caporedattore della rivista “Psicon”.
Questa è la routine editoriale della ricerca universitaria. 

I ricordi di una frequenza umana sono conservati nei nascondigli della mia mente e a quelli voglio fare riferimento. Nobiluomo marchigiano, della stessa città di Giacomo Leopardi.

Beppe era una sorpresa continua. Il suo sapere era spazioso in tanti ambiti. E non parlo di architettura, no! Arte visiva, cinema, letteratura, musica classica, aveva una conoscenza fondata e non approssimata.

Ho svolto dei lavori professionali con Beppe, che – per quanto prof. di Restauro dei Monumenti – era un Architetto progettista aggiornato e sensibile. Me ne accorsi subito quando si elaborava il progetto architettonico per Pomarance. Io di formazione progettuale con Savioli, ci si confrontava e molte intuizioni di Beppe erano perfette. Abitavamo vicini e la sera a volte, andavo a casa sua per verificare il progetto. Palazzo imponente della Firenze Capitale, pavimento di marmi soffitti di affreschi. Si rivedeva il progetto accanto ad un maestoso pianoforte a coda terribilmente nero lucido in un silenzio assoluto.

Nel marzo del 1996 organizzai a Scicli il convegno sul possibile recupero (allora ancora possibile) della Fornace Penna. Lo invitai e per amicizia accettò di venire e dare un contributo fattivo.

Quel 16 marzo, dopo piogge abbondanti, crollò la cupola del duomo di Noto e volle andare a fare un sopralluogo. Era persona di sana curiosità, curiosità che è alla base di ogni ricerca.

Aveva un bel parlare, con esposizione perfetta. Ironico e sempre con un sorriso di simpatia. Parlava e sorrideva insieme che è cordialità e garbo nel fare. Camminava con pasi piccoli e lesti, come in un cartone animato. Guardava girando poco la testa e molto roteando gli occhio. Aveva spesso automobili di grandi dimensioni, Lui di statura piuttosto piccola. 

Sul marciapiede davanti la facoltà ci si incontrava spesso e il suo parlare era sempre vivace e coinvolgente. Aveva una mente talmente viva e fertile che gli argomenti li acchiappava al volo come se i temi saltassero sul tappeto elastico. Era sempre pieno di meraviglie e di sorprese.

Il Suo matrimonio con la bellissima Grazia fu un evento di grande raffinatezza in un grande terrazzo magnifico di Fiesole con veduta su Firenze. Tutto raffinato oltre ogni mia conoscenza.

Poi, sul finire, la genialata. Il groppo dei Goliardi – del quale anche Beppe faceva parte – fecero la loro apparizioni con il cappello a punta delle matricole, imbastirono uno spettacolo dissacrante e Beppe ne fu partecipe e molto felice.

Abbiamo lavorato l’ultima volta insieme per il consolidamento delle mura medievali di Prato.

Poi l’ho visto a delle conferenze, ma non stava già tanto bene, il sorriso appena abbozzato era sempre affettuoso e gentile e le parole rivolte alla mia famiglia di grande umanità.

Ciao Beppe, so che ti sei reso trasparente, sei quell’ombra che ci vede ancora.

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Crediti fotografici, Adriano Bartolozzi 


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