Venezia - «Oggetto: licenziamento collettivo per riduzione del personale». Una doccia gelata la lettera che Dfs Italia ha inviato a Regione, ispettorato del lavoro e sindacati per comunicare che dopo otto anni il polo del lusso del Fondaco dei tedeschi chiuderà definitivamente i battenti entro settembre 2025 e che tutti i 226 dipendenti saranno licenziati. Braccio operativo del gruppo orientale e divisione della Lvmh di Bernard Arnault, Dfs dal 2016 gestisce il palazzo duecentesco che fu sede delle Poste, oggetto di una contestata cessione e di un restauro firmato dall’archistar Rem Koolhaas per diventare un centro commerciale quintessenza del lusso europeo a beneficio dei turisti del medio e dell’estremo Oriente.
Andava benino fino al Covid. Poi, il tracollo: i conti che Dfs Italia ha presentato a Regione e parti sociali parlano di 30,6 milioni di perdite nel 2020; 30,4 nel 2021; 24,4 nel 2022; 6 milioni di euro l’anno scorso e 17 milioni al 31 ottobre di quest’anno per un totale di 100 milioni in cinque anni. Tutto il mondo si è gettato alle spalle le restrizioni della pandemia ad una velocità supersonica eppure, spiegano dalla società di Singapore, nonostante l’Italia sia tornata alla normalità, si è protratta per il Fondaco: «A causa della perdurante significativa riduzione del turismo proveniente dalle aree asiatiche, che rappresenta la maggior parte della clientela di beni personali di lusso quali quelli commercializzati da Dfs Italia».