Giudiziaria
|
25/12/2023 00:43

Messina Denaro, le foto con Giuseppe Graviano al Maurizio Costanzo Show

I due boss latitanti al Parioli di Roma nell’autunno del 1992 per preparare l’omicidio del giornalista

di Redazione

Messina Denaro, le foto con Giuseppe Graviano al Maurizio Costanzo Show
Messina Denaro, le foto con Giuseppe Graviano al Maurizio Costanzo Show

Roma – Erano seduti in platea al Teatro Parioli di Roma come due normali spettatori del Maurizio Costanzo Show. Era l’autunno 1992 e Matteo Messina Denaro e Giuseppe Graviano si trovavano in “missione” a Roma per conto di Totò Riina. Il 13 maggio 1993, Maurizio Costanzo e Maria De Filippi si salvarono miracolosamente da un’autobomba che esplose in via Fauro. In alcune foto pubblicate da Repubblica, dal giornalista Liri Abbate, Messina Denaro e Graviano sono stati individuati in due serate: il 13 novembre e poi in inverno, il 30 dicembre. Li hanno riconosciuti anche diversi collaboratori di giustizia e a dare delle dritte agli inquirenti su dove cercare quei fotogrammi è stato lo stesso Graviano, che in un’intercettazione in carcere aveva raccontato a un altro detenuto di essere stato a Roma con Messina Denaro e di essere stato tra il pubblico del Maurizio Costanzo Show. Cosa Nostra aveva già ucciso i due magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e le loro scorte.

I fotogrammi in cui compaiono i due boss sono stati individuati dagli inquirenti di Firenze, nella stessa inchiesta in cui è coinvolto l’ex senatore Marcello Dell’Utri e lo era anche Silvio Berlusconi.

La squadra, inviata da Riina, che doveva insanguinare la capitale nel 1992, però, come prima cosa decise di andare a fare compere. Messina Denaro aveva guardato i suoi picciotti ed evidentemente decise che con quelle facce lì non potevano andare da nessuna parte: spiccavano troppo. Non potevano fare molta strada se l’idea era di infiltrarsi nella società patinata dei vip, come avrebbero voluto. E quindi via per negozi. Possiamo immaginare che Giuseppe Graviano abbia acconsentito con gioia alla proposta. In ogni caso, la comitiva di killer sfilava per le vie della moda di Roma. E organizzavano serate nei più rinomati locali notturni della città. In quel periodo, insomma, omicidi zero e divertimenti molti. Ma il punto essenziale era anche quello di fare un paio di sopralluoghi al Parioli. 

A individuare i fotogrammi sono stati gli investigatori che hanno esaminato migliaia di ore di filmati dello show di Costanzo. Un’analisi meticolosa che ha portato a individuare Graviano e Messina Denaro in due serate: il 13 novembre e il 30 dicembre 1992. Le foto fanno parte dell’inchiesta sulle stragi al Nord in cui è indagato l’ex senatore Marcello Dell’Utri e lo era pure Silvio Berlusconi, morto a giugno. L’inchiesta è coordinata dai procuratori aggiunti di Firenze Luca Turco e Luca Tescaroli e dal pm Lorenzo Gestri. A riconoscere in queste immagini “u Siccu” sono stati diversi collaboratori di giustizia ai quali sono stati mostrati i filmati. Lo spunto investigativo è stato dato da Giuseppe Graviano: a sua insaputa, intercettato in carcere, rivela a un detenuto di essere stato nel 1992 a Roma in compagnia di Messina Denaro. «Ero con lui», dice Graviano, e svela di essere stato, sempre con “u Siccu”, anche nel teatro in cui si registrava il Maurizio Costanzo Show: «Ci siamo seduti accanto». 

Costanzo era vittima designata sin dall’anno prima, quando, in tandem con Michele Santoro, conduceva memorabili programmi durissimi contro la criminalità organizzata. E i due boss si possono considerare, per le affinità criminali, per le passioni e le complicità che avevano, come “gemelli diversi”. Il mafioso Giovanni Brusca ricorda ai pm che, durante un incontro con Riina, il capo dei capi si era lasciato andare ad alcune confidenze: «Se dovessi essere arrestato o se mi dovesse succedere qualche cosa, i picciotti sanno tutto». E, come spiega Brusca, «i picciotti a cui faceva riferimento sono Matteo Messina Denaro e Giuseppe Graviano, loro sapevano tutto». Ma cosa sapevano i “figliocci” di Riina, questi picciotti, in più rispetto a Brusca? Evidentemente erano a conoscenza di segreti talmente importanti che, a oggi, sono rimasti tali. Morto “u Siccu” lo scorso settembre, è rimasto solo Graviano, detto “madre natura”, a conservarli. E, forse, pure a gestirli. Messina Denaro, arrestato lo scorso gennaio, rispondendo ai magistrati ha però negato di conoscere Giuseppe Graviano. Ha tagliato corto, come fanno i boss quando non vogliono ammettere responsabilità. E, chiudendo la conversazione, ha detto che lui «non infama» le persone. «Morirò senza infamare». E così è stato.