Giudiziaria Lentini

Muore dopo 35 ore di attesa, autopsia contro il volere dei familiari

Altra presunta vittima della malasanità siciliana, stavolta c’è pure un “giallo” giudiziario

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/06-01-2022/muore-dopo-35-ore-di-attesa-autopsia-contro-il-volere-dei-familiari-500.jpg Muore dopo 35 ore di attesa, autopsia contro il volere dei familiari


 Lentini, Sr - Dopo la morte del 26enne di Caltanissetta, un altro caso di presunta malasanità scuote la Sicilia. La vittima in questo caso è molto più anziana: si tratta di un 88enne, C.S., di Sortino deceduto il 3 gennaio senza essere ricoverato, dopo 35 ore di attesa all’ospedale di Lentini, nel siracusano (foto), dov’era stato trasportato in ambulanza a causa di un incidente domestico. Non solo: i medici della struttura avrebbero svolto l’esame sulla salma nonostante l’esposto dei familiari, con la richiesta di consulenza da parte di un perito individuato dalla Procura.

Secondo quanto rivela lo studio legale 3A, a cui si non rivolti i parenti della vittima, nel pomeriggio di Capodanno il pensionato - cardiopatico e diabetico - avrebbe perso l’equilibrio uscendo di casa, cadendo malamente al suolo e restando dolorante a terra. Uno dei figli, che era con lui, ha chiesto l’intervento del 118.  Al pronto soccorso di Lentini, dov’è giunto alle 18 del primo gennaio, è stato sottoposto a una Tac e alle radiografie da cui è emersa la frattura del femore sinistro. Non potendo restare con lui a causa delle norme anti Covid, i congiunti sono rientrati a casa per tornare l’indomani mattina, 2 gennaio, per avere sue notizie.

I figli sarebbero stati rassicurati dal personale sanitario circa il buono stato di salute del papà, senza che però venisse data loro la possibilità di vederlo; né l’anziano, contrariamente al solito, avrebbe risposto alle numerose telefonate che i suoi parenti gli avevano fatto per tutta la giornata. Nel cuore della notte di lunedì 3 gennaio, poco dopo le 4, i figli hanno ricevuto una chiamata dal medico di turno del pronto soccorso che gli ha comunicato che le condizioni dell’anziano si erano aggravate e avevano iniziato le manovre di rianimazione. Inutile la corsa all’ospedale: al loro arrivo era già morto. Gli avvocati della famiglia affermano che “la direzione sanitaria, attraverso l’agenzia di onoranze funebri a cui si erano rivolti per il funerale, li ha contatati e convocati chiedendo loro, presenti anche alcuni dirigenti medici, il consenso per effettuare l’autopsia sulla salma e chiarire così le cause della morte, che loro stessi sostenevano di non conoscere”.

I familiari dell’anziano hanno però comunicato all’ospedale, anche via mail, il diniego al riscontro diagnostico e quel giorno stesso hanno presentato un esposto ai carabinieri di Augusta richiedendo all’autorità giudiziaria di disporre un’autopsia “terza”, con la possibilità di indicare anche un proprio consulente medico legale. Ma “i congiunti – continuano i legali - sono presto venuti a sapere che, pur essendo a conoscenza di questa situazione, mercoledì 5 gennaio la direzione sanitaria aveva già proceduto, espletando il riscontro diagnostico con le relative operazioni e prelievi che ora, di fatto, rendono improcedibile o quasi un ulteriore esame che volesse disporre il Pubblico Ministero”. La vicenda continuerà ora in tribunale.


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