Cultura Un Uomo Libero scrive

In morte di Salvatore Licitra

Il suo nome resterà per sempre legato a Donnalucata

https://www.ragusanews.com/resizer/resize.php?url=https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/05-09-2011/1396123628-in-morte-di-salvatore-licitra.jpg&size=379x500c0 Il tenore Salvatore Licitra


Atene - Salvatore Licitra è morto. La notizia mi coglie impreparato all’estero, lontano dalla mia Madrid e dalla mia Scicli.

Stamattina ero su un traghetto che dal Pireo mi portava a Egina, un’incantevole isola greca. Ero con amici cubani e argentini. Abbiamo parlato di tante cose. A un tratto uno di loro, cogliendomi di sorpresa, mi chiese notizie sulla salute del tenore, conoscendo le mie origini ragusane. Rimasi senza parole anche perché in Grecia non mi sono preoccupato di leggere I giornali italiani. L’ho fatto stasera istigato dal suo sincero e addolorato interesse e ho scoperto che Salvatore Licitra non è più.

Salvatore Licitra non è stato solo un tenore bravissimo, non è stato il tenore che al Metropolitan di New York fece dimenticare all’esigente pubblico newyorkese Pavarotti, è stato soprattutto un “Siciliano”, uno di quei Siciliani che hanno contribuito a fare grande la “Sua” terra.

Queste note le scrivo con le lacrime agli occhi perchè io conoscevo il tenore, in quanto appassionato da sempre di lirica e di musica. Speravo in lui come tanti nel mondo. Lo avevo ascoltato in diverse opere liriche e mi era sembrato unico, perfetto.

Salvatore, ripeto, non c’è più. La sua voce ora squarcia le silenziose solitudini di un cielo lontano.

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Per un doloroso e tragico disegno del destino è venuto a morire nella “Sua” terra, la Sicilia, la terra delle sue radici e della sua storia. Ma ancora di più. Ha legato per sempre il suo nome a Donnalucata, la nostra antica frazione balneare che ha ispirato un grande musicista locale come Federico Borrometi, coetaneo di Puccini e di Mascagni. Proprio di Mascagni il tenore era stato grande e indimenticabile Turiddu in “Cavalleria rusticana”, al suo debutto al Teatro della Scala di Milano, il 5 febbraio del 2011.

E’ bello apprendere, se questo può essere di conforto al grande dolore di quanti lo stimarono e lo apprezzarono, che una parte di Lui rivivrà in altri corpi, su generosa disposizione della famiglia. Forse per completare in altre vite la sua breve parabola terrena, il tempo che non gli è stato concesso concesso e che, anzi, gli fu negato.

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Nella vita di un Uomo due sono gli avvenimenti più importanti: la nascita e la morte. Donnalucata ha voluto per sempre legarsi misteriosamente alla vita di questo genio musicale e forse sarebbe il caso di ricordarlo.

Noi, ormai, non possiamo fare altro che ricordarlo e piangerlo utilizzando le stesse parole che musico’ Vincenzo Bellini in “La Sonnambula”:

“Ah! Non credea mirarti. Si’ presto estinto, o fiore! “



 


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