Modica - “San Giorgio pensaci tu. Confidiamo in te”. I detenuti e i volontari della casa circondariale di Modica si sono rivolti al Santo patrono della città perché possa “illuminare le menti” di chi è chiamato a decidere delle sorti del penitenziario modicano. Lo hanno fatto nel corso dei festeggiamenti in onore del santo cavaliere che, come da tradizione, ha fatto tappa dinanzi al carcere.
Lì una volontaria, Graziella, ha letto una lettera, facendo presenti le difficoltà conseguenti alla decisione di chiudere l’istituto penitenziario modello di Modica dislocando altrove sia i detenuti che il personale operante. “È una questione di giustizia – dicono i volontari -. Non si può cancellare con un colpo di spugna una realtà che è riuscita a rendere tangibile il recupero dei detenuti in vista del loro reinserimento in società. E questo grazie all’attivazione di laboratori, di corsi scolastici, e, non ultimo, al rapporto che si è venuto a instaurare nel tempo non solo tra noi volontari, padre Scarso e i detenuti, quanto anche tra questi e il personale operante nell’istituto penitenziario”.
I detenuti e le famiglie sperano ancora che la situazione possa mutare e che qualcuno possa decidere di rivedere il riordino della geografia dei penitenziari in Italia, che ha sancito, con decreto ministeriale, la chiusura del carcere di Modica, non unico destinatario di questa sorte nell’isola.
Sono forti le preoccupazioni delle famiglie dei detenuti, che temono di dovere, forza maggiore, diradare le visite ai propri cari in carcere, visto che la lontananza di un altro istituto di pena non gioverà di certo al mantenimento di un costante rapporto con i propri familiari in cella.
Di un peso non certo indifferente, dunque, la richiesta esternata al Santo protettore della città, che, portato a spalla dai portatori, ha sostato a lungo dinanzi al carcere di Piano Gesù per “ascoltare” l’appello a lui rivolto. Sarà difficile, però, che il Ministro decida di ritornare sulla decisione già assunta dal predecessore. Ci vorrebbe proprio un miracolo.
Al fianco dei detenuti, dei loro familiari, della polizia penitenziaria e dei volontari che quotidianamente sono a stretto contatto con la popolazione carceraria si è schierato di recente il Comitato pro tribunale di Modica, che ha sottolineato gli scippi subiti dal territorio.