Comiso - Servono 300 mln di euro per interrare la ferrovia di Bicocca e allungare la pista di Catania e far atterrare i Boeing.
La Sac pensa a Catania, non a Comiso, ma le dichiarazioni uffciale dicono altro.
«Vedere lo scalo di Comiso in piena operatività dà veramente grande soddisfazione. In pochissimo tempo sono stati fatti passi da gigante, l’aeroporto sta crescendo costantemente in volumi di traffico e proposte per i viaggiatori e mostra un’eccellente livello di preparazione del management e degli addetti. Sulla base di tali premesse, la Sac continuerà con convinzione a offrire pieno supporto operativo alla Soaco, come ha fatto fin qui». Lo ha dichiarato Gaetano Mancini, amministratore delegato della società di gestione dello scalo di Catania che, tramite Intersac, è socio di maggioranza della Soaco, la società che invece gestisce il “Pio La Torre”.
Mancini si è incontrato oggi con l’ad Soaco, Enzo Taverniti, presso l’aeroporto casmeneo per definire le linee di sviluppo futuro dell’aerostazione.
«Ci si rivedrà a settembre per mettere in atto le iniziative finalizzate al consolidamento del programma di sviluppo dello scalo di Comiso», ha proseguito Mancini, «l’ottica di un sistema di scali integrati sta dando buoni frutti e non vi è dubbio che il futuro dei nostri territori passi dalla volontà e capacità dei siciliani di lavorare sinergicamente».
Dal canto suo, Enzo Taverniti ha evidenziato come «grazie al grande sforzo dei lavoratori tutti, l’aeroporto di Comiso stia progressivamente crescendo in maniera considerevole, anche sotto il profilo della professionalità. Il rapporto con Catania è compatto, come pure quelli fra i soci della Soaco. Tutti insieme stiamo lavorando per pianificare al meglio i prossimi passi da intraprendere per rendere il “Pio La Torre” quanto più “attrattivo” possibile per i turisti e non solo».
«Va da sé», ha proseguito Taverniti, «che l’appeal di uno scalo dipende in maniera diretta da quello del territorio o, meglio, dell’area vasta in cui è inserito, che al momento non mi sembra ancora pronta ad affrontare l’importante sfida del turismo che sicuramente arriverà nei prossimi anni. Mi sento comunque assai confortato dal crescente radicamento del progetto “Distretto Sud Est Sicilia”, in grado di conferire a Catania, Ragusa e Siracusa la massa critica necessaria per sostenere il confronto del mercato globale».