Attualità Ragusa

Lo sblocca Italia non sblocca Ragusa

Non contiamo nulla



Ragusa - Non c'è la Ragusa-Catania, non c'è l'aeroporto di Comiso nel piano nazionale degli aeroporti, non ci sono i lotti della Siracusa-Gela, nulla per il porto di Pozzallo

Lo "Sblocca Italia" sblocca qualcosa anche in Sicilia, ma nulla a Ragusa.

Nemmeno un euro per gli aeroporti siciliani, l'intervento più significativo riguarda le ferrovie. Ieri il governo ha nominato Michele Mario Elia, ad di Ferrovie dello Stato Spa, commissario delegato per la Palermo-Messina-Catania, definita «opera ad altissima priorità», la cui apertura è fissata a dicembre 2015.

Il valore complessivo è stimato in 5 miliardi e 106 milioni, ma l'attuale copertura finanziaria è di 2 miliardi e 426 milioni, messi nero su bianco dal Cis (Contratto di istituzionale di sviluppo) firmato da Stato, Regione e Fs. «Sui fondi disponibili circa il 45% - ricorda l'assessore regionale ai Trasporti, Nico Torrisi - è stato impegnato, molto meglio dei Cis di altre regioni», rivendicando che «la Sicilia, per una volta, è orgogliosa di queste performance che potranno essere solo migliorate con l'input del governo nazionale».

Lo "Sblocca Italia", adesso, accelera le tratte Bicocca-Motta-Catenanuova (430 milioni), Catenanuova-Raddusa-Agira (309 milioni) e Roccapalumba-Marianopoli (62 milioni), velocizzazione Catania Zurria-Acquicella (116 milioni) con altri 132 milioni per interventi sugli assi Catania-Siracusa e Palermo-Messina. Un altra spinta la riceverà un progetto definito «molto delicato» dai tecnici: la Giampilieri-Fiumefreddo, circa 40 chilometri quasi tutti in galleria. Per realizzarla la stima è di 2 miliardi e 270 milioni, ma la dotazione attuale è di 46 milioni per la progettazione a cura di Italferr. L'altro nodo decisivo è la scelta sul collegamento fra Palermo ed Enna. Tre le ipotesi in campo: migliorare la tratta storica (Palermo-Termini-Fiumetorto-Roccapalumba-Caltanissetta), costruire un nuovo tracciato in corrispondenza a quello autostradale, o infine collgare l'Ennese con la fascia tirrenica attraverso una lunga galleria che "bucherebbe" per 35 chilometri i Nebrodi. «Si dovrà assumere una scelta - ricorda Giovanni Arnone, dirigente generale del Dipartimento Infrastrutture - che è tecnica, ma anche politica, di strategia e di impatto sui territorio».
Lo "Sblocca Italia" farà inoltre confluire una serie di risorse revocate ad alcune opere-lumaca in un altro fondo che vede fra gli interventi di «completamento della rete della Circumetnea» e alla «metropolitana di Palermo tratto Stazione-Piazza della Libertà». Una «conferma storica per il trasporto intermodale di Catania e della Sicilia orientale», sottolinea il sottosegretario Giuseppe Castiglione, rivendicando «il grande risultato complessivo per la Sicilia, grazie al lavoro del ministro Lupi e all'impulso di Ncd». Importante «dopo il completamento della Borgo-Nesima e Galatea-Stesicoro, il rifinanziamento dei tratti Nesima-Misterbianco e Stesicoro-Fontanarossa che chiudono un anello, lasciando per adesso fuori dallo "Sblocca Italia" soltanto doppio binario Misterbianco-Paternò, già comunque coperto da finanziamento». Adesso, per Castiglione, «la spinta del governo nazionale sulla tratta ferroviaria Palermo-Catania ci porta a dover fare la scelta di un progetto unico per l'offerta di metropolitana e ferrovia per l'aeroporto Fontanarossa» e poi «l'investimento sull'alta velocità ripropone il tema del Ponte sullo Stretto».
Un'altra opera siciliana citata nel decreto sfornato ieri dal Consiglio dei ministri è il raddoppio della Agrigento-Caltanissetta. Anche qui nessuna risorsa aggiuntiva, ma la conferma dei fondi l'accelerazione di procedure in corso. Nello "Sblocca Italia" si legge infatti che «sono definitivamente assegnate all'Anas» per la nuova Statale 640 a quattro corsie «le somme di cui alla tabella "Integrazioni e completamenti di lavori in corso" del Contratto di programma fra Ministero delle Infrastrutture e Anas», con una dotazione finanziaria di 3 milioni del 2012 e 42,5 del 2012. Il primo lotto, circa 490 milioni (di cui 326 di cofinanziamento regionale, con 202 milioni di Fondi strutturali e 124 di ex Fas), è quasi del tutto completo. «Ma si registra una situazione critica - ricorda Arnone - su due chilometri da Agrigento, perché il Cipe non ha esitato una perizia di variante che giace dal 2013. A giorni il Dipartimento regionale Infrastrutture invierà un sollecito alla Struttura tecnica di missione». Il secondo lotto (Canicattì-Caltanissetta) è in costruzione, aggiudicato per 990 milioni. E aspetta un impulso ulteriore.
Un ultimo capitolo siciliano sui principali risvolti dello "Sblocca Italia" riguarda 1 miliardo e 160 milioni di fondi per 96 progetti di reti idriche e fognarie, in cui - come ricorda Castiglione - «la provincia etna fa la parte del leone, con circa 600 milioni». In prima linea Catania, Misterbianco e Acireale, per progetti in cui la Sicilia ha registrato un ritardo record, rischiando di perdere tutto il "tesoretto", «nonostante alcune realtà come la Provincia di Catania avessero tutte le carte in regola» a causa di «gravi errori della Regione» e di «rallentamenti della progettazione a causa del passaggio di competenze fra Ato idrici e Comuni», ricorda il sottosegretario catanese ex inquilino di Palazzo Minoriti.


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