PALERMO, 4 FEB È il quadro dei colori e del nero, del buio e della luce, della vita e della morte, della prosperità e del disfacimento, dell'apparente movimento e della sospensione del tempo. A "La Vucciria" di Renato Guttuso, dedicata al celebre mercato di Palermo, si ispira "Il quadro nero ovvero La Vucciria, il grande silenzio palermitano", l'opera per musica e film di Roberto Andò e Marco Betta, su testo di Andrea Camilleri, con Francesco Scianna e Giulia Andò, che il 7 febbraio apre la stagione sinfonica del Teatro Massimo di Palermo. Una nuova produzione della Fondazione Teatro Massimo, realizzata in collaborazione con gli Archivi Guttuso e con il Comune di Bagheria, che compartecipa attraverso un finanziamento europeo destinato alla valorizzazione dell'opera dell'artista attraverso itinerari multidisciplinari. Oggi la presentazione alla stampa, con il sovrintendente del Teatro Massimo, Francesco Giambrone, il regista Roberto Andò e il compositore Marco Betta.
"Un progetto dice il sovrintendente della Fondazione Teatro Massimo, Francesco Giambrone che raccoglie talenti, idee, passioni, energie di tanti siciliani contemporanei illustri, da Camilleri a Betta, da Andò a Francesco Scianna, nel nome di un grande artista, siciliano anche lui. Un patrimonio straordinario di questa terra che si rinnova di generazione in generazione e che il Teatro raccoglie e fa suo". Il titolo dell'opera a prima vista contrasta con la grande tavolozza di colori del dipinto, donato dall'artista all'Università di Palermo nel 1974 e da allora esposto allo Steri, sede istituzionale dell'Ateneo: i rossi delle carni e del pomodoro, gli arancioni degli agrumi, i grigi dei pescespada, i bianchi e i verdi degli ortaggi. Ma in realtà ne coglie la natura più intima e sottile, riprendendo il giudizio che ne diede il grande Cesare Brandi, laddove scrisse che "il quadro è tenuto insieme, come una musica dalla tonalità, da quel nero di fondo e visibile solo nei contorni". Definizione che piacque molto all'artista. "Se la Vucciria di Guttuso dice Roberto Andò si occupa del tempo e della morte, l'opera da noi concepita, affidata esclusivamente al video, alla musica di Marco Betta e alla drammaturgia del silenzio tracciata da Camilleri, insegue quel tempo, scegliendo di tessere il filo mentale delle figure che vi scorrono dentro, l'apparire e lo svanire di un'illusione, ciò che sarebbe potuto essere e non è avvenuto". L'orchestra e il coro del Teatro Massimo (sul podio Tonino Battista, coro diretto da Piero Monti) dialogheranno con il film ispirato al dipinto, che vedrà protagonisti Francesco Scianna e Giulia Andò. I dodici personaggi del quadro, che sono quasi mescolati ai prodotti del mercato, diventeranno voci dentro il racconto sonoro. "La musica per Il quadro nero dice Marco Betta si sviluppa come una sorta di natura morta, di rampicante che avvolge le immagini e che intercetta i pensieri interni, il mondo interiore dei dodici personaggi del dipinto.
Oltre alla musica c'è una partitura di suoni e di voci realizzata da Hubert Westkemper: suoni registrati al mercato, la voce di Andrea Camilleri, alcune frasi del testo". Innovativo il rapporto tra immagine e suono. "Ho immaginato tutta la partitura aggiunge come un lago che accoglie e riflette il quadro di Guttuso e il film di Roberto Andò attraverso continue e sottili variazioni sonore e timbriche". (ANSA).
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