Chiaramonte Gulfi - Chiaramonte Gulfi festeggia Maria SS. delle Grazie, nonostante la pioggia e la nebbia che hanno sicuramente reso più difficile per i portatori accompagnare il simulacro fino a Chiaramonte. Nonostante tutto, però, la festa si è svolta così come vuole la tradizione. Stamani il simulacro della Vergine è stato trasportato rigorosamente a spalla dalle pendici del monte Arcibessi fino in chiesa Madre, dove sosterà per nove giorni. Ritornerà “a casa” il decimo giorno, precisamente mercoledì 27 maggio. La mattinata è iniziata alle ore 8.15 con il pellegrinaggio partito da piazza Duomo verso la chiesa della Madonna. Alle 9.15 è stata celebrata la Santa Messa e subito dopo, intorno alle 10.00, è avvenuta la “sciuta” del simulacro. Inedite, come si diceva, le condizioni climatiche di quest’anno: nebbia fitta, pioggerellina e leggero vento. Nonostante le cattive condizioni metereologiche, le presenze sono state numerose, anche se non è possibile effettuare un paragone con la più celebre Madonna di Gulfi. Non è certo un segreto per nessuno il fatto che questa festa richiami meno devoti rispetto alla festa della Madonna di Gulfi, nonostante il novenario si svolga allo stesso modo e la festa sia stata spostata dall’originario giovedì (giorno della “sciuta”), alla domenica. Pur restando una festa per pochi intimi, quest’anno si sono registrate un buon numero di presenze.
La prima sosta del simulacro è avvenuta, così come da tradizione, nei pressi del cimitero. I portatori, dopo essersi rinfrescati e aver ascoltato il tradizionale canto “tota pulchra”, hanno proseguito verso Chiaramonte. La Madonna delle Grazie si è recata presso la chiesa di San Giovanni e, subito dopo, ha proseguito lungo via Guastella. L’entrata trionfale in piazza Duomo è avvenuta intorno alle 11.30. Dopo il “trasi e niesci”, il simulacro è stato riposto in chiesa Madre in attesa del “cuncursu” di questa sera, previsto per le ore 20.00. Il popolo chiaramontano, da sempre devoto alla Vergine Maria, ha iniziato a onorare la Vergine delle Grazie in occasione di una terribile pestilenza che si è abbattuta sulla città nel 1577.
La tradizione vuole che, grazie all’intercessione della Vergine, una piccola fonte d’acqua sia nata proprio dal monte Arcibessi, salvando la città dal flagello. Nel 1616, in segno di devozione, il popolo chiaramontano costruì la piccola chiesa votiva che oggi si trova nel cuore della pineta della cittadina montana. Il simulacro, invece, sarebbe stato costruito intorno al 1645.