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Sailor Moon: analisi di un successo mondiale

La guerriera che veste alla marinara



Perché un manga e un anime con una formula ripetitiva con Sailor Moon ha avuto un così grande successo? Sailor Moon è stato il fenomeno televisivo degli anni ’90 e ha sicuramente rivoluzionato un genere: il maho shojo (potremmo approssimarlo in italiano come “genere maghette”). Tutti, almeno una volta, hanno sentito parlare di questa serie televisiva costituita da cinque saghe e che in Italia è arrivata sulle reti Mediaset negli anni 1995-1999, scritta da Naoko Takeuchi.  La protagonista della serie è Usagi Tsukino (Bunny nell’adattamento italiano): una ragazza bella come il peccato ma ignorante come una capra, un po’ svampita ma di buon cuore e con una pettinatura ridicola, che un giorno viene arpionata da una gatta parlante di nome Luna. Questa gatta le dona un medaglione magico e le dice di essere una delle guerriere Sailor. Bunny, senza chiedersi perché una gatta sia in grado di parlare, pronuncia l’ormai leggendaria formula: “Potere del cristallo di luna, vieni a me!”. Ed ecco, allora, iniziare una tipica trasformazione tanto cara ai giapponesi. Dopo di lei verranno “ingaggiate” altre guerriere Sailor: Amy, studentessa modello, che diventerà Sailor Mercury e che per tutta la prima serie attaccherà con il potere più inutile e triste della storia dei poteri magici: le bolle di nebbia. Successivamente arriveranno Sailor Mars, la sacerdotessa (miko) Rea, che attacca con il fuoco, la forzuta Morea (Sailor Jupiter) che attacca con il fulmine e Marta (Sailor Venus) che attacca con il fascio di luce. Ad aiutarle, battaglia dopo battaglia, ci sarà Milord, ovvero Marzio, uno studente che nella vita reale detesta Bunny ma che alla fine, com’è d’obbligo in questi casi, finiranno per innamorarsi. Man mano che scorrono le puntate si scoprirà che Bunny è la reincarnazione della principessa Serenity del regno di Silver Moon e che era innamorata di Endimio (reincarnato in Marzio) e che il suo regno di pace venne distrutto. Le guerriere Sailor durante la battaglia finale distruggono il nemico (nella prima serie la regina Beriglia) e tutto è bene ciò che finisce bene. Insomma, la trama è tutta qui. Per circa cinque serie. Ma allora, com’è possibile che un format come Sailor Moon abbia avuto un così grande successo?

GLI ELEMENTI DEL SUCCESSO: LA TRASFORMAZIONE

La trasformazione di Sailor Moon è una delle più famose della storia degli anime. Bisogna ricordare, infatti, che la guerriera Sailor ha appena 14 anni ma sicuramente è una trasformazione molto sessualizzata: si intravedono nudità e la divisa che indossa (una mini – mini – mini gonna da marinaretta) non è certamente comoda per il combattimento ma sicuramente accontenta parecchio il fanservice. Una sessualità che a quei tempi diede scandalo: com’è possibile mostrare delle quattordicenni così formose? Semplice, differenze culturali: in molte parti del Giappone, infatti, l’età del consenso è 13 anni. Mostrare una quattordicenne seminuda non è, dunque, una roba da depravati. Certo, dovevamo subircela ogni singolo episodio senza eccezione e ciò permette di notare almeno un’incongruenza: perché la trasformazione comprende lo smalto delle unghie se poi viene coperto dai guanti? Mah.

 

IL CARATTERE DELL’EROINA

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Bunny, inoltre, non è certamente una guerriera cuor di leone: per tutta la prima serie non fa altro che piangere e correre al riparo. Se non fosse per le altre guerriere Sailor, infatti, sarebbe probabilmente morta dopo pochi episodi. Ma con il passare del tempo diventa sempre più coraggiosa e la unisce alle amiche un vero e proprio spirito di condivisione. Bunny, inoltre, è una principessa reincarnata ed è fidanzata con un principe: un bel modo per far sognare le adolescenti ad occhi aperti.

 

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I POWER UP

Durante le cinque stagioni le guerriere subiscono dei power up ben dosati e i villain delle serie sono ben caratterizzati. Pur essendo, dunque, una formula ripetitiva, i power up permettono l’evoluzione delle guerriere senza stancare i fan.

 

GLI ELEMENTI YURI

Sailor Moon è stato uno dei primi anime a mostrare apertamente delle coppie omosessuali: Sailor Urano e Sailor Nettuno. Queste due guerriere Sailor del sistema solare esterno,  nella versione giapponese erano una coppia. In Italia sono state fatte passare per migliori amiche. Inoltre, nell’ultima serie erano presenti tre guerriere nuove, le Starlight, che nella vita normale erano uomini mentre durante la trasformazione subivano un cambio di sesso diventando donne.  In Italia, per evitare l’ermafroditismo delle guerriere, sono state evocate delle fantomatiche “gemelle” (alla fantasia non c’era proprio limite). Inoltre, nell’ultima puntata della serie Bunny combatteva nuda come un verme e per evitare di mostrarla al pubblico come l’aveva mamma l’aveva fatta la censura italiana propose una puntata fatta di spezzoni e voce narrante fuori campo, con il risultato che nessuno capì il finale.

 

ANALISI DI UN FENOMENO MONDIALE

Possono essere questi, dunque, alcuni dei motivi che hanno portato al successo planetario un anime come Sailor Moon. Ma non bisogna dimenticare il più importante: un’animazione sfavillante, piena di colori e curata come poche.


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