Roma - Si tiene il 4 ottobre al Laboratorio Kh di via Flaminia a Roma il finissage della mostra di Federica Gisana dal titolo Veiled Sounds. I suoni svelati di Federica sono quelli delle sue opere, delle sue matite su legno, materia usata dal padre e sulla cui superficie l'imprinting dell'artista produce vibrazioni sonore oltre che coloristiche.
"Le sue opere non sono ovvie, ti chiedono di muoverti lentamente, di avvicinarti, nel silenzio rivelando suoni sottili riverberati dal legno -si legge nella presentazione della mostra inaugurata lo scorse 6 giugno e a cura di Elisa Panisson, Victoria Froberg, Henky Tjoeng-. La decisione di Gisana di incorporare il legno nella sua pratica deriva dalla connessione del proprio padre con questo materiale. Più a lungo si fissa nei sussurri delle figure incise a matita, più è probabile che la percezione dell’immagine cambi, erodendosi in qualcosa di nuovo. Come la terra circostante, anche il legno non è immune alle forze del tempo. I veli servono a molti scopi, dal metafisico, al modificare uno sguardo, alla fine rete drappeggiata davanti a una porta nei mesi estivi. Proteggendoci dagli intrusi e dagli atti del nostro stesso corpo. Entrare attraverso il tessuto dell’illusione è intimo, richiede una apertura al cambiamento costante".
Le sue opere sembrano nascere "nell'ora delle streghe, il momento nelle prime ore del mattino, quando il sole non è ancora sorto, tra le 3 e le 5. Durante questo periodo, il confine, o velo, tra il mondo fisico e quello spirituale è al suo punto più sottile; il mondo conscio e quello inconscio si confondono, rendendo questo un momento potente per il lavoro sui sogni, permettendo ai nostri cari di passare. I ricordi sono trattenuti in questo momento".