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Draghi e i suoi silenzi contro il rumore degli altri, idillio già a rischio

La partita interna alla "grande coalizione" si preannuncia più difficile del previsto

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 Roma - Ma quale conversione sulla via di Damasco. Magari! Matteo Salvini non è cambiato, è sempre il solito, come Renzi. La “conversione” è durata un giorno e mezzo, il leader della Lega è già tornato a dettar legge confondendo il ritorno tra i banchi della maggioranza con quello in Consiglio dei ministri. Tra i primi a ricevere i suoi aut aut, il suo successore all’Interno Luciana Lamorgese: “Noi ci battiamo contro l'immigrazione clandestina, gli immigrati regolari sono miei fratelli - dice -, l'immigrazione controllata e qualificata è un fattore positivo ma va sconfitta quella clandestina". Traduzione: divieto di attracco alle navi delle ong, a bordo delle quali - secondo Salvini - si trovano a prescindere solo irregolari o, peggio, terroristi. Ma ne ha pure per Roberto Speranza, indirettamente: il bersaglio per colpire l’altro ministro di centrosinistra è il suo braccio destro, Walter Ricciardi e il paventato lockdown anti varianti che l’esperto va invocando con i colleghi duri e puri della “cortina di ferro” anti Covid. All’invito di Salvini a non “terrorizzare la gente” con la storia delle mutazioni inglesi e africane, l’esperto ha risposto risentito che è pagato per “dare consigli, se non sono utili mi faccio da parte”.

Come rischiano di farsi da parte alcuni membri del Cts, rei per numerosi esponenti del Carroccio di aver prolungato la chiusura delle piste da sci e degli spostamenti extra regionali, quando invece secondo loro sarebbe ora di togliere il coprifuoco e riaprire pure locali e ristoranti la sera. Poi qualcuno l’ha preso da parte e gli ha detto all’orecchio che Draghi era d’accordo sul no alle sciate e tutto il resto, ed è rimasta Giorgia Meloni a protestare. La Lega prenderà il posto di Iv nel ruolo della serpe in seno alla nuova bizzarra maggioranza? Forse Mattarella e Draghi non sono ancora riusciti a far capire bene a tutti che adesso è il momento di procedere uniti e non creare ulteriori tensioni? Meno male che tra le indicazioni c’era quella della sobrietà nelle dichiarazioni mediatiche: più lavoro sui problemi del Paese, quello vero, e meno interviste. Sarà bene che il premier approfitti del tempo che lo separa dal discorso di domani in Senato per un veloce giro di telefonate, così da mettere meglio a fuoco, con tutti gli attori del nuovo esecutivo, le priorità del programma che è stato chiamato ad assolvere dal Colle e che enuncerà in aula. Non certo vacanze bianche e sbarchi di migranti. Altrimenti il rischio è di essere di nuovo coi voti contati in Parlamento tra qualche mese, e a quel punto non ci sarà Coronavirus che tenga per rinviare le elezioni. 


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