Ispica - È morto a 72 anni l’ex prefetto e questore di Palermo, l'ispicese Giuseppe Caruso. A stroncarlo è stata una polmonite fulminante. Giuseppe Caruso era questore di Palermo nel 2006, l’anno in cui fu arrestato Bernardo Provenzano. Nel 2010 fu scelto come prefetto del capoluogo siciliano. Infine fu nominato direttore dell’agenzia nazionale per i beni confiscati.
Caruso è morto in ospedale a Bergamo. E' stato stroncato da una polmonite fulminante, mentre era ricoverato per una leucemia, dalla quale sarebbe potuto guarire.
Caruso era entrato in polizia nel 1974, ricoprendo durante la sua lunga carriera tantissimi incarichi di prestigio. E' stato tra l'altro in prima linea durante gli anni di piombo contro i terroristi. Nel 1992, da vicequestore aggiunto, era stato trasferito da Bergamo alla questura di Reggio Calabria, dove si era occupato di criminalità organizzata, catturando anche latitanti della 'Ndrangheta. Fece poi tappa a Milano, dove si occupò anche di lotta al terrorismo interno ed internazionale. Successivamente il ritorno in Calabria, per dirigere la questura di Crotone. Poi a Vicenza, Padova e infine l'approdo a Palermo, prima da questore e - dopo una tappa a Roma - da prefetto. Sono gli anni in cui Cosa nostra è stata piegata sotto i colpi sferrati dallo Stato, culminati nella cattura, dopo anni di latitanza, del boss Bernardo Provenzano.
Nel 2010 la nomina a prefetto di Palermo e subito dopo anche quella di direttore dell'Agenzia per i beni confiscati. Caruso fu tra i primi a mettere in discussione la gestione dei patrimoni tolti ai boss, parlando di "conflittualità" e "incompatibilità" e ricevette all'epoca molte critiche. Qualche tempo dopo, però, nel 2015, finì sotto inchiesta l'allora presidente della sezione Misure di prevenzione del tribunale, Silvana Saguto (poi radiata dalla magistratura e condannata in primo grado a Caltanissetta) e scoppiò lo scandalo.