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Ha malattia che non le fa leggere e scrivere. Si laurea grazie a mamma e sorella che leggono per lei

Nazarena Savino non sa leggere né scrivere, però ha preso la terza laurea

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Brindisi - Nazarena Savino, 26 anni, pur affrontando le sfide legate alla sua disabilità, ha conseguito la sua seconda laurea magistrale - anch’essa con 110 e lode - in Storia dell’Arte, presso UniSalento. Già laureata in Archeologia e Storia Greca (triennale), Nazarena - originaria di Erchie, in provincia di Brindisi - con una tesi innovativa, realizzata in collaborazione con Palazzo Barberini di Roma e dedicata all’equilibrio tra arte e inclusione, unisce la sua passione per la cultura con un instancabile impegno per abbattere le barriere architettoniche e culturali. E ora, appellandosi al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, sogna un’Italia artistica accessibile a chiunque. 

«A 18 anni mi è stata diagnosticata una malattia neurologica, che oggi mi impedisce di leggere e scrivere. Ho affrontato periodi difficili, in cui molte persone mi hanno fatto sentire inadeguata. Sentire frasi come “guarderai il mondo da una finestra” da chi consideravo amico è stato devastante. Ma non ho lasciato che queste parole mi fermassero. Grazie al sostegno della mia famiglia e dei veri amici, ho trovato la forza per realizzare i miei sogni». 

In che modo arte e cultura l’hanno aiutata a trasformare le difficoltà in forza?
«L’arte è stata una fonte di ispirazione e rinascita. La mia tesi, realizzata in collaborazione con Palazzo Barberini, esplora come conciliare arte e accessibilità, studiando soluzioni alternative grazie alle nuove tecnologie. Ogni luogo culturale dovrebbe essere accessibile, perché la bellezza dell’Italia deve poter essere vissuta da tutti. Da qui il mio appello al Presidente Sergio Mattarella e alle istituzioni: consentiteci di avvicinarci alla cultura, tutti meritiamo di sentirci inclusi».
Come ha trovato la forza per un percorso così impegnativo? «Devo tutto a mia madre Lea e a mia sorella Swami, i miei occhi e le mie mani: loro leggevano, io apprendevo. Il loro amore e supporto sono stati fondamentali. Anche gli amici veri hanno giocato un ruolo essenziale nel mio percorso. Un ringraziamento speciale va pure a tutti i docenti del corso di laurea in Beni Culturali, che mi hanno permesso di esprimermi al meglio».


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