Comiso - Intrieri, Aeroitalia è l’unica compagnia rimasta a operare da Comiso. Lei ha lanciato un appello forte e chiaro: cosa sta accadendo realmente?
La situazione è molto semplice e allo stesso tempo drammatica. Da Comiso sono già andate via Ryanair, Ita Airways, Wizz Air, EasyJet e Volotea. Noi siamo rimasti gli unici a operare, ma continuare in questo modo è insostenibile. Aeroitalia, come tutte le compagnie aeree, ha bisogno di un contesto collaborativo: gestore aeroportuale, istituzioni locali e territorio devono fare la loro parte. Invece, a oggi, ci troviamo soli.
Sta dicendo che le istituzioni locali non sono coinvolte abbastanza?
Esattamente. Ho sentito parlare di milioni di euro che “volano” nel territorio tra Regione, Provincia e continuità territoriale, ma noi non abbiamo visto nulla di concreto. 9 milioni dalla Regione, 3 dalla provincia, poi 20 dalla continuità. Non è mai stata convocata una riunione congiunta tra Aeroitalia, il gestore aeroportuale e le istituzioni locali per affrontare insieme i problemi e trovare soluzioni. Non posso accettare che si sputi in faccia all’unica compagnia aerea rimasta a Comiso, una compagnia italiana che dà lavoro a 500 persone ed è stato un affare per lo Stato italiano per circa 100 milioni di euro tra quello che abbiamo fatto risparmiare all’erario per le centinaia di risorse prese dalla cassa integrazione e le tasse pagate. Noi siamo una società a scopo di lucro e Comiso rappresenta l’1% del nostro fatturato. Non siamo obbligati a rimanere. L’abbiamo fatto per rispetto dei passeggeri ragusani e della Sac. Se Aeroitalia non riceve alcun supporto, è impossibile mantenere le operazioni. Siamo un’azienda privata, e se operiamo in perdita dobbiamo fare scelte drastiche. A Comiso non c’è traffico di Catania e la linea deve essere supportata dal territorio. Una formula che viene attuata in tutti gli aeroporti minori europei.
Ha parlato di un ultimatum: cosa succederà nei prossimi giorni?
Se non cambia nulla, saremo costretti a lasciare l’aeroporto di Comiso. Non posso permettere che Aeroitalia continui a subire perdite e insulti sui social da parte di “oscure penne” senza alcuna prospettiva di miglioramento. La mia è una decisione razionale e inevitabile, non un ricatto. Se il territorio non vuole collaborare, allora prenderemo atto che non siamo noi la compagnia giusta per Comiso.
In che modo le istituzioni locali dovrebbero intervenire per salvare l’aeroporto?
La priorità è un tavolo di lavoro con tutti gli attori: Aeroitalia, il gestore dell’aeroporto e le istituzioni. Questa provincia ha 12 sindaci, un Commissario della Provincia, 4 deputati regionali e 2 deputati nazionali. Basterebbe fare squadra. Serve un piano chiaro per sfruttare al meglio le risorse disponibili e garantire che l’aeroporto di Comiso non venga abbandonato. Non basta accusare la compagnia aerea di andare via: bisogna agire in modo concreto per sostenerci.
Perché crede che a Catania la situazione sia diversa?
A Catania nessuno si lamenta di Aeroitalia. Abbiamo gli aerei con riempimenti ben oltre l’80%.
Se dovesse lasciare Comiso, che futuro vede per l’aeroporto?
Se Aeroitalia dovesse andare via occorre che trovino un sostituto, altrimenti sarebbe un disastro per il territorio, e spero che la mia voce venga ascoltata prima che sia troppo tardi.
Un ultimo messaggio?
Aeroitalia rappresenta lavoro, servizio e sviluppo. Abbiamo bisogno di sostegno e collaborazione, non di polemiche. Le istituzioni devono smettere di rimanere spettatrici e diventare protagoniste del rilancio di Comiso. Altrimenti, la storia di questo aeroporto si concluderà tristemente.