Ragusa - Franco Poidomani, ingegnere e dirigente in pensione e attualmente amministratore unico di Ibleacque Spa, è al centro di una controversia legale che coinvolge sia il Comune di Ragusa che Ibleacque S.p.A.
Da un lato Poidomani ha chiesto un risarcimento di circa 200 mila euro al Comune di Ragusa per un presunto danno patrimoniale derivante dalla sua mancata assunzione ad un incarico dirigenziale nel 2014, mentre dall’altro è stato coinvolto in una richiesta di restituzione di circa 200 mila euro da parte della società Ibleacque.
La vicenda ha inizio nel 2014, quando il Comune di Ragusa bandì una selezione pubblica per un posto di dirigente a tempo determinato nel settore tecnico.
Poidomani, che si classificò primo nella graduatoria finale, contestò la successiva scelta del sindaco, che optò per un altro candidato. Secondo Poidomani, la procedura selettiva avrebbe dovuto essere esclusivamente meritocratica, ma si trasformò in un affidamento fiduciario, con l’incarico conferito a un altro soggetto.
Poidomani, dopo aver impugnato la nomina del vincitore davanti al Tribunale amministrativo di Catania, ha chiesto un risarcimento di quasi 200 mila euro al Comune di Ragusa, a titolo di danno patrimoniale derivante dalla mancata assunzione all’incarico.
L’ingegnere sostiene che, qualora fosse stato nominato, avrebbe ricevuto una retribuzione per un incarico che doveva durare tre anni, ma che, secondo lui, gli è stato illegittimamente sottratto.
Poi, c’è la disputa con Ibleacque S.p.A.
Parallelamente, Poidomani è stato coinvolto in una vicenda legata alla sua qualità di amministratore unico di Ibleacque S.p.A.
Il 26 settembre scorso, i sindaci soci di Ibleacque hanno inviato a Poidomani un atto di diffida chiedendo la restituzione di 190 mila euro, somma che l’ingegnere avrebbe percepito in modo ritenuto illegittimo per compensi da amministratore, in quanto già in quiescenza. Anche la Regione Sicilia, in una nota a firma della dirigente dell’ assessorato alle autonomie locali, ha ricordato come la normativa vigente vieti alle amministrazioni pubbliche di conferire cariche negli organi di governo delle società da esse controllate a soggetti già collocati in quiescenza, se non a titolo gratuito. Secondo la dirigente, tale norma si applica anche alle società pubbliche partecipate e vigilate dalla Regione, come appunto Ibleacque S.p.A.
Da qui la richiesta di restituzione delle somme da parte dei sindaci che rischiano di incappare in un danno erariale e in un contenzioso con il loro Amministratore che intanto rimane al suo posto.