Catania - Oggi, nella sala delle adunanze del Tribunale di Catania, si è svolta la cerimonia di insediamento di Francesco Curcio come nuovo Procuratore Capo di Catania. Presenti alla cerimonia il Procuratore Generale, nonché ex Procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, e la facente funzioni pro tempore, Agata Santonocito.
«Ringrazio la buona sorte che mi ha consentito di svolgere il lavoro di magistrato», ma anche di «avere avuto l’opportunità di farlo a Catania, città con tanti contrasti che ha necessità di una giustizia efficiente». Ha detto Curcio, sottolineando che è «l’incarico più importante» della sua carriera che svolgerà «ascoltando e confrontandosi con gli altri».
Tra le priorità, il procuratore Curcio ha evidenziato quello della «criminalità organizzata che muta pelle e si sta trasformando sempre più in comitato d’affari, vestendo sempre più i panni di un colletto bianco». Poi ha ricordato anche le «violenze domestiche e l’uso spregiudicato degli strumenti finanziari e dell’economia, attraverso i quali si riciclano i proventi dell’attività illecita».«Ringrazio chi mi ha preceduto -ha detto- provo ammirazione per i colleghi Carmelo Zuccaro e Agata Santonocito, li conosco personalmente e spero di non farli rimpiangere. La Procura è una squadra, con cui sono felice di lavorare, è assurda la figura di un capo dell’ufficio che sta da solo in testa al comando. Potrà sembrare improprio parlare di una gestione democratica dell’ufficio, ma occorre confrontarsi con tutti coloro i quali ne fanno parte, perché il risultato di uno è il risultato di tutti». Curcio cita il giurista Calamandrei: «Ha detto che il ruolo più difficile è quello che pubblico ministero e senza comprensione di importanza, equilibrio e saggezza non si fa nulla».
«Catania è una delle migliori Procure d’Europa, e non soltanto d’Italia, sul profilo dell’inchieste sull’immigrazione clandestina e noi dobbiamo implementare questa attività visto che ci sono delle professionalità che ci invidiano all’estero. L’Italia, nel 2006, ha sottoscritto il trattato che prevede il contrasto e la punizione dei trafficanti, ma, nello stesso tempo l’assistenza a chi è vittima di tratta», ha detto.