Roma - L’anno scolastico terminerà a metà giugno come previsto ma da quel momento potrebbe scattare un maxi “ponte” verso settembre fatto di corsi, laboratori e attività anche all’aria aperta che consentano di recuperare un minimo di socialità e continuità. Per tutti i cicli scolastici, dall'infanzia alle superiori. Nessun obbligo, ma un accompagnamento al prossimo anno scolastico in quel periodo che, come l’estate scorsa, si spera sia meno stressato dalle curve dei contagi. La questione è però anche cercare di evitare il ripetersi degli errori, dell’estate scorsa, quando tante attività riprese liberamente hanno provocato poi l’ondata di contagi, prolungando le restrizioni che stiamo ancora patendo. E le scuole, lo vediamo in questi giorni, restano le prime imputate della diffusione del Covid e chiudono i battenti appena la parabola dell’infezione risale.
"Il problema degli apprendimenti non si risolve negli ultimi venti giorni di giugno" riconosce il ministro dell’Istruzione, l’economista Patrizio Bianchi, che ha intenzione di esporre subito dopo le feste di Pasqua questo suo progetto di “allungamento” didattico, che si leghi in qualche modo alla prossima stagione. Il tutto, ovviamente, facoltativo. Anche per gli insegnanti: è chiaro che andrà rivisto lo stipendio di chi vorrà aderire all’iniziativa. "Spero di avere risorse per interventi sostanziali” ha detto infatti in audizione al Senato. Resta da capire invece se ci saranno costi aggiuntivi anche per le famiglie. Il 7 aprile terminerà la nuova stretta del governo Draghi, che ha portato in dad 8 studenti su 10: ne subentrerà un’altra, aggiornata, ma resterà improbabile che la maggior parte delle scuole italiane tornino in presenza. Ad ogni modo, fino al 15 giugno non ci saranno modifiche al calendario ed, eventualmente, spetteranno alle Regioni.