Auto e motori Mercato automobilistico

Auto, ritardi nella consegna del nuovo, l'usato vale il 20% in più

Gli automobilisti, spinti dai tempi di consegna sempre più lunghi, si rivolgono al mercato dell’usato, i cui prezzi lievitano

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/17-10-2021/auto-ritardi-nella-consegna-del-nuovo-l-usato-vale-il-20-in-piu-500.jpg Auto, ritardi nella consegna del nuovo, l'usato vale il 20% in più


E' solo una questione di microchip. La mancanza globale di chip e semiconduttori, provocata dalla pandemia, sta mettendo in ginocchio la produzione di auto nuove. E chi vuole cambiare macchina deve rivolgersi al mercato dell'usato, dove i prezzi sono aumentati del 20%. Accade così che il prezzo di un usato vecchio di due anni appena salga fino a sfiorare di poche migliaia di euro il prezzo del nuovo, i cui tempi di consegna raggiungono a volte i dieci mesi. Meglio l'uovo oggi che la gallina domani, il guaio è che l'uovo costa quasi quanto la gallina. 

Le case automobilistiche sono state costrette a rallentare o addirittura bloccare la produzione, gli automobilisti, spinti dai tempi di consegna sempre più lunghi, si rivolgono al mercato dell’usato. In Italia dall’inizio dell’anno i prezzi medi delle auto usate aumenti di parecchio. Ma l’aumento della domanda provoca anche la riduzione della disponibilità dei modelli.

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I microprocessori sono indispensabili per la gestione dei sistemi di bordo. E la mancanza di semiconduttori porterebbe a un taglio nella produzione di 3,9 milioni di veicoli nel 2021 in tutto il mondo, con produttori come Ford Motor e General Motors che si aspettano perdite nel 2021 rispettivamente pari a circa 2,5 miliardi di dollari e 2 miliardi di dollari. 

Quanto alle vendite di auto di seconda mano, dopo i primi mesi del 2021 chiusi in negativo, a giugno i passaggi di proprietà, al netto delle minivolture, sono aumentati rispetto allo stesso mese del 2019 del +15,5%. Nello stesso periodo sono aumentate le compravendite anche in altri Paesi europei, Francia in testa (+19,4%), seguita da Olanda (+18,5), Belgio (+16) e Germania (+12,7).


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