Come sfiammare il corpo a tavola? Negli ultimi anni si parla tanto di infiammazione nell’ambito della nutrizione. Un’infiammazione lenta e a lungo termine, che quindi dura diversi mesi o anni, può infatti secondo numerosi studi diventare uno dei peggiori nemici della salute.
L’infiammazione è un meccanismo di difesa innato con cui l’organismo risponde ad agenti esterni come l’attacco di virus e batteri o a un danno chimico o fisico, attivando il sistema immunitario per eliminare la causa del danno dei tessuti e delle cellule. L’infiammazione cronica, quella di basso grado e di lungo periodo è invece diversa. Durante l’infiammazione silente si assiste all’aumento nel sangue di alcuni ormoni pro-infiammatori come l’insulina, il cortisolo e di alcuni lipidi con funzione ormono-simile, gli eicosanoidi. Quindi l’infiammazione è un insieme di complesse risposte al danno tissutale per rimuovere uno stimolo dannoso e avviare il processo di guarigione. Tuttavia, a volte queste risposte possono degenerare e portare allo sviluppo di malattie croniche non trasmissibili, all'invecchiamento e all'immunosenescenza, ovvero una degenerazione del sistema immunitario. Ecco perché oggi sempre più studi ed esperti indagano su di essa.
Quali sono i fattori che favoriscono l’infiammazione del corpo? Siamo un po’ tutti infiammati perché sono sempre di più i fattori che ci espongono a uno stato infiammatorio e che possono essere di natura diversa: da quelli ambientali a quelli strettamente comportamentali, come la sedentarietà, lo stress, il sonno di scarsa qualità e infine un’alimentazione ricca di cibi pro-infiammatori.
Anche il cibo, che potenzialmente è un alleato della nostra salute, per esempio, può trasformarsi in nemico. Uno degli aspetti che spesso si sottovaluta quando si parla dell’argomento dieta e infiammazione è che avere una dieta poco variegata favorisce questa condizione. Ognuno di noi ha infatti una soglia di tolleranza - correlata agli antigeni alimentari – in particolar modo rispetto al glutine. Quando siamo in presenza di infiammazione, il nostro sistema immunitario produce maggiormente le immunoglobuline G che aumentano parallelamente alla tipologia di alimenti che attraverso la dieta si assumono con maggiore sistematicità: se mangiamo per esempio di solito un eccesso di alimenti contenenti nichel, le immunoglobuline G indicheranno una sovraesposizione del nichel nell’organismo con tutta una serie di sintomi da sovraccarico. Oltre all’infiammazione da cibo in senso stretto, quando si parla di scelte alimentari ci si riferisce anche alla qualità dell’alimento. Meno stiamo attenti a ciò che mangiamo, più rischieremo di infiammarci. Ne è un esempio lampante la scelta per esempio del pesce. Il consumo frequente di specie ittiche di grande taglia come il pesce spada espone a un rischio maggiore di metalli pesanti, tra cui il metilmercurio» spiega l’esperto. Ma avere un corpo particolarmente infiammato quali conseguenze può avere per la salute? Il vero problema dell’infiammazione di basso grado è che è un killer silenzioso. In altre parole, potreste essere infiammati, ma non lo percepite, andando incontro silenziosamente a problematiche di salute spesso anche gravi. L’infiammazione cronica gioca infatti un ruolo in molteplici malattie, tra cui quelle degenerative-autoimmuni e quelle metaboliche, per esempio il diabete di tipo 2 e la sindrome metabolica.
La prima cosa da fare per capire se il corpo è infiammato è non sottovalutare i segnali che lancia. Il dolore cronico, la sudorazione, la confusione mentale, i problemi di memoria, il sonno disturbato e discontinuo, i problemi intestinali potrebbero essere delle spie dell’infiammazione. In secondo luogo per capire se il corpo possa o meno essere infiammato, si può ricorrere a una serie di esami che possono aiutare a comprendere la presenza di infiammazione cronica di basso grado, tra cui la VES, il fattore reumatoide, il PCR, il rapporto neutrofili/linfociti nell’emocromo, il fibrinogeno, l’omocisteina, la ferritina, la vitamina D e l’istamina.
Quali cibi preferire nei menù o cosa invece evitare per contrastare l’infiammazione? Qual è il più potente antinfiammatorio naturale? Iniziamo dai cibi che sfiammano. La verdura e la frutta di stagione e a chilometro zero sono gli alimenti per eccellenza che contrastano l’infiammazione, così come spezie dall’elevato potere antinfiammatorio tra cui la curcuma e i cereali in chicco non raffinati. Per sfiammare il corpo a tavola occorre invece eliminare o quanto meno limitare il più possibile tutto ciò che ha un potere pro-infiammatorio, quindi lo zucchero, gli edulcoranti, i prodotti ultraprocessati e raffinati.
Un menù antinfiammatorio
Colazione: estratto di verdura e frutta di stagione, yogurt di cocco con fiocchi d’avena e una manciata di frutta secca come, per esempio, le noci.
Pranzo: sorgo o quinoa con verdure di stagione, condita con olio extravergine d'oliva, 2 uova alla coque. Cena: insalata con batata, verdure, olive e sgombro.
Se siete in cerca di un'idea per preparare delle polpettine vegetariane, provate queste con quinoa, zucchine e patate, da accompagnare con salsa alo yogurt