Cronaca Catania

L’anziana morta a Catania e il mistero del piatto di spaghetti

Fatale sarebbe stato l’ultimo piatto di spaghetti. Nella casa di riposo di Asiago, Vicenza, mangiava solo omogeneizzati

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/24-12-2022/l-anziana-morta-a-catania-e-il-mistero-del-piatto-di-spaghetti-500.jpg L’anziana morta a Catania e il mistero del piatto di spaghetti


Catania - Maria Basso era nata a Bassano 80 anni fa, e aveva avuto una vita avventurosa. Figlia di un impresario edile che aveva a lungo lavorato all’estero, era stata assunta al ministero degli Esteri e aveva lavorato a Teheran, in Iran, da dove era fuggita dopo la rivoluzione khomeinista, e poi in Australia e in America. Non aveva mai avuto figli e infine era tornata ad Asiago ad assistere i genitori anziani. Da qualche anno era ospite della casa di risposo «Giovanna Maria Bonomo», sull’Altopiano. È morta nella Casa di riposo Nuova Veters di Catania il 16 dicembre scorso, dopo essere stata trasferita lì da una lontana parente siciliana che l’anziana donna aveva conosciuto solo qualche mese fa. La procura di Vicenza ha aperto un fascicolo per circonvenzione di incapace sulla base della denuncia di alcuni parenti di Asiago che il 2 dicembre avevano saputo che Maria era sparita dalla Rsa vicentina.

Il testamento cambiato
Nel frattempo si è saputo che la signora Basso, su spinta dei parenti siciliani, ha pure cambiato il suo testamento. Il cospicuo patrimonio, circa 500 mila euro, era stato destinato 15 anni fa a un istituto salesiano di Milano ed era stato depositato presso il notaio Giovanni Muraro di Marostica. Ma quel lascito benefico non sarebbe più valido ora perché un nuovo scritto risulta depositato presso un notaio di Catania, e il mezzo milione non sarebbe più destinato ai salesiani lombardi. I nuovi beneficiari si scopriranno solo quando il testamento verrà aperto, tra qualche settimana. Ciò che si sa, invece, è che la procura di Vicenza è intenzionata a fare l’autopsia sul corpo di Maria, che ora si trova all’obitorio dell’ospedale Cannizzaro di Catania. È lì che l’anziana donna è morta, pare dopo un pranzo a base di spaghetti offerto dalla sua nuova famiglia siciliana. Si sa anche che i carabinieri di Catania hanno sentito la parente che aveva trasferito lì Maria e il responsabile della casa di riposo dove i primi di dicembre la donna era andata a vivere. Un trasloco su cui sta indagando anche la procura. Nella denuncia presentata ai carabinieri da Mario Basso, cugino di Maria, c’è il racconto di come, a suo dire, sarebbero andate le cose.

Tutto comincia il 4 settembre, quando Maria compie gli anni. L’anziana donna sente che il suo tempo sta scorrendo via veloce, e decide di riunire attorno a sé tutta la famiglia, sia il ramo vicentino da parte di padre, che quello di parte materna, nel frattempo trasferitosi in Sicilia. Maria ha dato il gravoso incarico dell’organizzazione della festa alla fidata infermiera della casa di riposo dell’Altopiano, dal momento che il suo stato mentale non le consentiva di occuparsi dei dettagli. È solo in quel momento che Maria conosce Paola Pepe, sua seconda cugina. Da quel momento Paola e il compagno vanno a trovare Maria più volte e probabilmente cominciano già ad ottobre a parlare con lei di un testamento nuovo. Il primo dicembre i siciliani si presentano ad Asiago e portano Maria fuori a pranzo. La sera la donna non rientra nella struttura e la dirigente si mette a cercarla disperatamente. Paola risponde che Maria aveva deciso di dormire fuori quella sera, ma il giorno dopo la dirigente della Rsa riceve una lettera in cui la catanese spiega che d’ora in poi sarà lei a occuparsi della cugina, nel frattempo sistemata nella casa di riposo siciliana. I sospetti sui parenti siciliani La famiglia Basso ritiene che Maria non fosse stata interpellata per questo cambio radicale nella sua vita e molti in paese sospettano che dietro questa «decisione» ci sia in realtà la volontà dei parenti siciliani di mettere le mani sul suo patrimonio. Una convinzione rafforzata dal fatto che nelle prime settimane di dicembre è arrivata al notaio Muraro di Marostica la richiesta di togliere a Clelia, cara amica di Maria, la procura speciale per gestire i conti dell’anziana, affidati poi a Paola. La morte di Maria è arrivata come un fulmine a ciel sereno nella famiglia Basso: è vero che le sue condizioni erano precarie, ma non critiche, e se avesse continuato con farmaci e fisioterapie avrebbe potuto vivere ancora a lungo. A ucciderla sarebbero stati gli spaghetti offerti dai siciliani, che le sono finiti nei polmoni, un’eventualità prevedibile dal momento che lei che mangiava solo omogeneizzati. Una finale triste e amaro per Maria, che alla fine di una vita avventurosa tutto pensava, meno che di finire in una faida famigliare.


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