Cronaca Lentini

Margaret, la rinoplastica e la morte. Il matrimonio desiderato e il medico nato in Brasile

Margaret Spada, i fidanzato: “Dovevi dirmi sì a Parigi, ci sposeremo in cielo”. Il cartello davanti allo studio medico



Lentini, Siracusa - «Mi hai lasciato un vuoto incolmabile — scrive il fidanzato, Salvatore Sferrazzo, — Senza di te, nulla ha più senso». Aveva già prenotato una vacanza a Parigi, per chiederle di sposarlo dopo nove anni insieme. «Te lo avrei chiesto davanti al castello di Disneyland, come sognavi tu». 

La Procura di Roma ha disposto che venga eseguita l’autopsia sul corpo di Margaret Spada, la giovane lentinese di 22 anni deceduta a seguito la somministrazione dell’anestesia prima di sottoporsi a quello che doveva essere un normale intervento per correggere una piccola imperfezione al naso. Le voci che si sono diffuse a Lentini danno per certo che la giovane avesse scelto quel centro medico di Roma navigando sui Social forse perché le avevano garantito che l’intervento sarebbe stato effettuato in poco tempo e solo in anestesia locale al costo di tremila euro. L’esame autoptico sarà eseguito domani nell’istituto di medicina legale del policlinico di Tor Vergata. 

Il legale di fiducia della famiglia Spada, l’avvocato Alessandro Vinci, di ritorno dalla Capitale, fa sapere di aver nominato un consulente tecnico di parte nella persona di un docente universitario di Catania. L’autopsia servirà a chiarire se da parte dei medici siano stati adottati i protocolli necessari per ottenere un quadro completo dello stato di salute della paziente.

Il legale ha anche evidenziato: “Io andrei cauto a parlare di sala operatoria, non ci trovavamo certo in una struttura ospedaliera: è un ambulatorio, un centro medico. I familiari chiedono di conoscere circostanze e cause che hanno provocato la morte della figlia. Ho chiesto che venga eseguito anche l’esame tossicologico per accertare i principi attivi, la concentrazione e la quantità del farmaco iniettato”. I titolari dell’ambulatorio medico di Roma scelto da Margaret per sottoporsi all’intervento, padre e figlio, sono finiti nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo. Dalle indagini emerge che nella struttura, sottoposta a sequestro, non è stato trovato alcun documento di consenso sottoscritto da Margaret. Gli investigatori hanno sequestrato anche la cartella clinica all’ospedale Sant’Eugenio dove la ragazza era stata portata in gravissime condizioni ed è morta dopo 4 giorni.

A Lentini, il padre della giovane, Giuseppe Spada, è uno degli infermieri più stimati dell’ospedale, è stato anche consigliere comunale e dirigente di una società sportiva. La figlia Margaret lavorava invece come segretaria di una clinica. 

«Principessa mia, hai lasciato un vuoto incolmabile», scrive ancora il fidanzato sui social. E ricorda di quando sognavano di vivere insieme: «Ogni domenica andavamo a prendere idee per la nostra casa. Ora, senza te nulla ha senso». Margaret Spada progettava anche un futuro professionale diverso per lei: dopo il liceo classico, si era iscritta a Scienze infermieristiche, voleva seguire le orme di papà Giuseppe. «Lui ha dedicato la sua vita ad aiutare i più bisognosi», ripeteva orgogliosa. E fra un turno e l’altro alla reception della clinica di Lentini, continuava a studiare.

 

Margaret Spada, chi è il chirurgo Marco Antonio Procopio: la laurea in Romania e la pubblicità sui social 

Nato in Brasile, 32 anni, Marco Antonio Procopio è il medico chirurgo che doveva operare la 22enne Margaret Spada, morta prima di un intervento di rinoplastica in un ambulatorio di un centro medico della Capitale, in zona Eur. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'università di "Vasile Goldis" di Arad, in Romania, è uno dei due indagati per il decesso della giovane. Lo studio medico è stato sequestrato dai carabinieri del Nas e sulla vicenda la Procura di Roma ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. Margaret Spada avrebbe individuato il centro medico dopo aver visto un’inserzione su TikTok.

L’avviso di sequestro coperto con un cartello: «Lavori in corso» 

Roma, padre e figlio indagati per la morte della 22enne. I sigilli sulla porta dell’ambulatorio. Ma qualcuno ha coperto l’avviso di sequestro della Procura con un cartello: «Lavori in corso».  

«Vedevamo uscire ragazze con i tamponi al naso come se fossero state appena operate» diceva una signora ma al civico 410 di viale Cesare Pavese - fra la Laurentina e l’Eur, quartieri a sud di Roma - non c’è nessun ospedale né clinica privata o convenzionata. «Lavorano qui da anni» ma fuori, fra i citofoni delle due scale del condominio e sul cancello in ferro verniciato di verde che chiede manutenzione, a parte il nome che potrebbe valere quanto quello di un comune residente, nessuna targa è lì apposta a spiegare quello che in molti vedevano e sapevano ovvero l’esistenza di un ambulatorio di medicina estetica. Con quali permessi e con quali autorizzazioni? Il Nas dei carabinieri punta a chiarirlo dopo che il pomeriggio del sette novembre scorso una ragazza di appena 22 anni, Agata Margaret Spada, arrivata a Roma dalla Sicilia, è morta a seguito di un non meglio specificato intervento per correggere la punta del naso che avrebbe dovuto affrontare proprio in quell’ambulatorio. Aperto e gestito da due medici, padre e figlio, Marco e Marco Antonio Procopio, finiti ora sul registro degli indagati nell’inchiesta aperta dalla Procura di Roma per omicidio colposo. Sarebbe stato il figlio a dover operare Margaret. 

Una residente che abita al secondo piano del palazzo cortesemente fa strada. In ascensore racconta che sì, sapeva dell’esistenza di questo ambulatorio e che si vedevano delle ragazze e donne che uscivano come se avessero appunto sostenuto un trattamento o un intervento «ma poi sa, non interessandomi alla materia - diceva sul pianerottolo - non mi sono mai preoccupata di chi fossero». La porta dello studio è sulla destra. Dopo la morte della 22enne la Procura ha disposto il sequestro dell’immobile ma l’avviso che per legge deve essere affisso è stato coperto da un cartello giallo con su scritto “lavori in corso”. Non solo moralmente discutibile ma sostanzialmente grave. «Forse l’avranno fatto per vergogna o per non perdere clienti», analizzava un altro residente. Alla Spada quell’intervento/trattamento scelto, come il medico su TikTok, le sarebbe costato 2.800 euro e già dal giorno della sua morte l’ambulatorio ha avvisato le clienti con un messaggio informando le stesse che gli appuntamenti erano tutti cancellati a causa del guasto di un tubo. Una ragazza che sviene dopo un’anestesia, che viene trasportata in ospedale in gravi condizioni e che muore poi dopo tre giorni di agonia. Ma è come un tubo che si rompe nell’ingranaggio di una macchina macina-clienti. I social sono pieni di storie e “reel” in cui vengono pubblicizzati gli interventi e i trattamenti. «Sono entrato in quell’appartamento - diceva il fioraio di viale Pavese - avevano anche lo psicologo perché credo si occupino anche della transizione di genere almeno nella fase iniziale, mi sono sempre sembrate persone perbene, con disponibilità economica. Quando venivano da me non chiedevano il costo sceglievano i fiori e sa, quando non si chiede il costo è perché si può spendere». Poi nel cortile del palazzo, tra l’incredulità e pure il dispiacere perché «se anche questa ragazza nessuno di noi la conosceva, pensare che sia morta a 22 anni per un intervento al naso fa rabbrividire», c’era anche chi affidandosi al proprio istinto non avrebbe chiesto neanche una mera consulenza perché «non mi ispiravano fiducia».


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