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La Sicilia tragica e ironica nei film di Lando Buzzanca

La sua travolgente ironia e la dirompente sicilianità

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/18-12-2022/la-sicilia-tragica-e-ironica-nei-film-di-lando-buzzanca-500.jpg La Sicilia tragica e ironica nei film di Lando Buzzanca


Tragedia e ironia. Con Lando Buzzanca va via uno degli ultimi interpreti di una tradizione attoriale alta, siciliana. Lando Buzzanca è scomparso oggi a 87 anni, dopo una lunga e travagliata malattia.

Vestendo i panni dell’italiano medio e del meridionale provinciale e furbetto, Lando Buzzanca ottenne la notorietà, ma il vero successo di pubblico e quello commerciale negli anni Settanta lo conquistò come donnaiolo impenitente, attore simbolo della commedia sexy all’italiana, grazie anche a una «bellezza maschia» segnata da mascella prominente, sguardo vispo, bel sorriso e naso scolpito. Con baffi o meno, con film come «Il merlo maschio», «Homo Eroticus», «L’uccello migratore» e «All’onorevole piacciono le donne» Buzzanca ha saputo rappresentare quelle che erano le frustrazioni dell’uomo comune nei confronti del gentil sesso e del matrimonio.

Dopo un lungo apprendistato, la notorietà internazionale arrivò a Buzzanca con la commedia sexy «Il merlo maschio» (1971) diretta da Festa Campanile con Laura Antonelli; nello stesso anno interpreta «Le belve» di Grimaldi, «Il vichingo venuto dal sud» di Steno e «Homo Eroticus» di Vicario. Forte del suo successo commerciale, comincia anche a scegliere da solo i ruoli da interpretare: sue sono ad esempio le idee di film come «L’arbitro» (1974) di D’Amico, «Il sindacalista» (1972) di Salce e «All’onorevole piacciono le donne» (1972) di Lucio Fulci, in cui tratteggia parodie di personaggi realmente esistenti e facilmente riconoscibili. Per un totale di ben 114 titoli più o meno cult.

Con la fine degli anni Settanta e il tramonto del genere della commedia sexy, Buzzanca diminuisce la sua partecipazione in televisione e nel cinema. Ritorna sporadicamente sul grande schermo come attore di secondo piano, ad esempio in «Secondo Ponzio Pilato» (1987) di Luigi Magni, dove ritrova la Sandrelli. Torna anche in teatro recitando in «La scuola delle mogli» (1990), «La cena delle beffe» (1991) e «Liolà» (1994). Spera anche nella parte del burattinaio Mangiafuoco in «Pinocchio» (2002) di Roberto Benigni ma, per dissapori con il regista non viene scritturato. Successivamente, però, la sua carriera ha un’inversione di tendenza in senso positivo e di riaffaccia in tv come il protagonista di numerose fiction: è del 2005 la serie «Mio figlio», dove interpreta la parte di un padre che scopre l’omosessualità del figlio, cui dal 2012 è seguita la fortunata serie «Il restauratore».

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Il grande riscatto giunge, soprattutto, per Buzzanca con l’interpretazione nel film «I Vicerè» (2007), di Roberto Faenza, dove i panni del principe Giacomo gli valgono una candidatura al David di Donatello 2008 come miglior attore e conquistando un Golden Globe. Nel 2016 prende parte all’undicesima edizione di Ballando con le stelle, danzando in coppia con Sara Mardegan. Nel 2017 compare nel film «Chi salverà le rose?» di Cesare Furesi al fianco di Carlo Delle Piane, nel quale i due interpretano una coppia di anziani omosessuali. Dal 2021 le condizioni di salute dell’attore si sono fatte sempre più declinanti, a causa di una malattia invalidante che lo ha costretto a vivere su una sedia a rotelle prima in una clinica, poi in una casa di riposo.


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